Per una serie di eventi che potete immaginare, Luca Petrogalli è rimasto bloccato in un campus in Wisconsin. Ne sono nati degli ottimi TikTok.
Immaginatevi di avere 19 anni, di frequentare un’università negli Stati Uniti e di trovarvi praticamente soli in un campus enorme. Durante una pandemia. Con una connessione internet e un sacco di tempo libero. Come reagireste? Vi rintanereste nella vostra camera per settimane, o finireste accidentalmente per diventare delle micro-celebrità di TikTok?
Questa è la storia di Luca Petrogalli, uno studente italiano rimasto nel suo campus in Wisconsin dopo che tutti i colleghi sono tornati a casa per le norme di contenimento del coronavirus. Trovatosi a dover riempire le giornate in una struttura che solitamente ospita migliaia di persone, Luca ha iniziato a pubblicare video su TikTok in cui sposta il letto nei bagni in comune per risparmiare tempo al mattino, balla nei corridoi e parla con le fotografie stampate dei suoi amici. Il suo profilo ha attirato presto tantissima attenzione, e Luca si è ritrovato a essere intervistato anche da Forbes US.
Vice.com lo ha chiamato per chiedergli di raccontarci com’è avere un intero campus tutto per sé. Vi riproponiamo l’intervista
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VICE: Ciao Luca, come stai?
Luca Petrogalli: Tutto bene, ovviamente sono un po’ annoiato, ma mi sto tenendo occupato grazie alle lezioni online.
Raccontaci cos’è successo: dove sei e perché sei rimasto lì?
Studio in Wisconsin, all’University of Wisconsin-Whitewater, a un’oretta di macchina da Milwaukee. Quando l’università ha sospeso le lezioni in presenza e tutte le attività correlate io ho deciso di restare, anche perché sul momento non c’erano voli. Tornando in Italia sarebbe stato comunque molto difficile stare dietro alle lezioni online, perché il fuso orario avrebbe significato stare sveglio tutta la notte. Inoltre quando qui è scoppiata l’emergenza la situazione in Italia era molto peggiore, quindi tra le lezioni e la preoccupazione per cosa sarebbe successo se avessi deciso di tornare ho preferito restare.
Nei tuoi video non si vede mai nessuno, né nelle sale comuni, né nei dormitori. Sei davvero completamente solo nel campus?
Praticamente sì, nel mio dormitorio non vedo mai nessuno in giro. A volte incontro qualcuno quando vado a prendere da mangiare, ma probabilmente sono americani che hanno un lavoro qua vicino e hanno deciso di restare. Comunque, direi che delle 12.000 persone che vivono solitamente nel campus siamo rimasti pochissimi. Le uniche che vedo regolarmente sono quelle che lavorano in mensa, che è aperta, e preparano da mangiare. Tutte le altre strutture dell’università ora sono chiuse, e tutti i servizi sono stati spostati online.
Da fuori la tua situazione sembra quasi divertente, tipo Mamma ho perso l’aereo in versione post-apocalittica, tra partite a biliardino da solo e balletti nei corridoi. Come la stai vivendo veramente?
Quando ho scoperto che sarei stato l’unico in dormitorio durante la quarantena pensavo sarebbe andata molto peggio. In realtà, per quanto ovviamente sia annoiato e non veda l’ora che finisca questo periodo, cerco di sfruttare al meglio le mie giornate, e di tenermi occupato il più possibile. Ho iniziato con TikTok proprio per questo. Prima avevo già postato qualche video, ma solo uno ogni tanto per ridere. Ora ho visto che c’è un feedback positivo ed è un buon modo per rimanere in contatto con altre persone.
Per il resto, non succede molto. La mia giornata tipo è: mi sveglio, faccio le lezioni online, vado a prendere da mangiare, se c’è bel tempo faccio due tiri nel campetto da basket deserto fuori dal dormitorio. Oppure vado a correre: c’è un parco qui vicino, ovviamente anche lì non c’è nessuno in giro. Poi guardo Netflix, gioco alla Playstation—a volte la collego addirittura al proiettore della sala comune—e chiamo i miei amici in Italia e in America.
Che piani hai per le prossime settimane?
Sicuramente fino alla fine del semestre starò qua. Dopo vedrò se ci sono voli per rientrare in Italia. Ho visto che la Farnesina ne sta organizzando, nel caso proverò a tornare. Se no, dato che comunque il dormitorio chiuderà e non potrò più stare qua, molto probabilmente andrò in Ohio. L’anno scorso ho frequentato lì le superiori e sono stato da una famiglia del posto, che si è offerta di ospitarmi anche in questo periodo.
Tutto sommato sembri tranquillo. È mai successo qualcosa di strano o inquietante?
A volte durante la notte sento dei rumori e non ho idea di cosa siano dato dato che non c’è nessuno. Una volta, dopo che è uscito l’articolo su Forbes, una persona che lavora in università è venuta a bussarmi in camera. All’inizio mi sono preso uno spavento, mi chiedevo chi fosse. Quando gli ho aperto mi ha fatto i complimenti e mi ha chiesto se volevo essere intervistato da un giornalista dell’università.
Meno male. Grazie Luca, riguardati!
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