Pronta allo sciopero della fame un’insegnante che dichiara battaglia contro l’obbligatorietà del certificato verde per i docenti. Lo annuncia lei stessa in una lettera inviata al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. “Oggi mi è stato impedito di entrare – dichiara l’insegnante, – resterò qui, metterò in atto uno sciopero della fame per chiedere il rispetto del diritto costituzionale al lavoro e contro ogni forma di discriminazione”.
L’insegnante in questione si chiama Alba Silvani e ha 62 anni. Vive nella regione Abruzzo e ha dichiarato: “Non c’è nessun bisogno di imporre il Green pass a una categoria, quella degli insegnanti, che ha raggiunto il traguardo del 92% di vaccinati e quindi ha superato l’obiettivo dell’immunità di gregge”.
SIlvani ritiene l’obbligo “discriminatorio perché il tampone imposto agli insegnanti ogni 48 ore, non solo è fortemente invasivo e insostenibile sul piano sia sanitario sia economico, ma rappresenta una discriminazione rispetto ad altre categorie, come i parlamentari e i lavoratori del Parlamento che possono entrare senza obbligo di Green pass: proprio i parlamentari che fanno le leggi valide per tutti gli altri cittadini! I parlamentari non debbono esibire nulla, mentre a noi si chiede la tessera verde per poter lavorare. È giusto questo?”.
Leggi anche: Il rombo dei motori, le lacrime e una valanga di emozioni: il ricordo di Antonio Tumminia
Docente no Green Pass fa lo sciopero della fame
Poi rilancia: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro (art.1 della Costituzione) e non sul Green pass. L’obbligo del Green pass è anche contro l’art.3 della Costituzione che, tra l’altro, vieta ogni discriminazione rispetto a condizioni personali e sociali”. Davanti alla scuola sono arrivati i Carabinieri per acquisire informazioni.
“Io ho già chiesto scusa all’insegnante che doveva lavorare in classe con me per il disagio che potrò arrecare. Domattina tornerò qui – annuncia la maestra – poi andrò in un complesso scolastico, non è il plesso di mia pertinenza, ma continuerò lì, fuori, la mia protesta”.