Venezia, lunedì notte. Il vaporetto scivola placidamente sull’acqua e si avvicina all’accosto al pontile di San Stae. All’improvviso una sagoma avvistata dalla cabina di pilotaggio comincia a prendere forma , il vaporetto rallenta: “Capitano, ma quello è un uomo completamente nudo…”.
Ed è vero. Nei pochi secondi che separano dall’attracco bisogna decidere cosa fare: potrebbe essere una persona disturbata che poi provoca pericolo per sé, per gli altri passeggeri, o per l’equipaggio. Saggiamente viene così deciso di “saltare” la fermata, anche in considerazione del fatto che, per l’orario notturno, la decisione non porterà disagio ad altri viaggiatori. Anche nel pontile, a parte il soggetto esibizionista completamente nudo, non c’era nessuno che attendeva di imbarcarsi.
Il tutto viene diligentemente riportato nel diario di bordo: “Omessa fermata di San Stae causa presenza in pontile di un uomo completamente nudo, per evitare che provasse a salire a bordo…” scrivono gli addetti Actv nel verbale.
Giustamente, anche perché la posa che sfoggiava il soggetto senza vestiti non faceva presumere niente di buono: Mani dietro la schiena, ostentava la sua nudità come fosse una sfida con una sorta di espressione sardonica in faccia. […]
Venezia continua a soffrire di questa strana sindrome per cui molte tra le persone che arrivano sono veri e propri degenerati che non pensano a visitare le bellezze della città, ma pensano a come “lasciare un segno” […]
E poi come non citare la frase che fa veramente da cappello alla vicenda dell’esibizionista nudo nel pontile Actv di San Stae: “Capitano… No podemo farlo salire a bordo… come fago mi a farghe el controllo… ‘Abbonamenti e biglietti, prego…’ e ‘me daga un documento…’ dove vollo che li gabbia…?”