Nessuna notizia in merito ai 7 milioni annunciati per alleviare le spese di mantenimento. Gli studenti siciliani fuori sede scrivono un’accorata lettera al Presidente della Regione
Gli universitari siciliani fuori sede che, durante il lockdown avevano deciso di non tornare a casa durante la pandemia si erano sentiti rassicurati dopo l’annuncio da parte del governo regionale di la Regione aveva annunciato lo stanziamento di 7 milioni di euro coi quali alleggerire le spese delle famiglie per mantenerli fuori dall’Isola. Oggi, però, non c’è traccia né di risposte concrete né dei soldi. Lo denuncia una rappresentanza di tutti quegli studenti che, dopo aver tentato ogni strada per fare chiarezza sullo stato dei finanziamenti, hanno deciso di rivolgersi direttamente al presidente della Regione Nello Musumeci. Soprattutto perché la crisi post-lockdown continua a colpire indistintamente migliaia di famiglie, e mantenere gli studi dei figli lontani da casa sta diventando insostenibile.
In una lettera al governatore, gli studenti manifestano la “necessità di ricevere chiarimenti in merito al bando di concorso n. 1 del 16 aprile 2020 a noi riservato nell’ambito dell’emergenza Covid-19. Il bando fa riferimento” alla cifra “che il governo Musumeci ha stanziato in favore degli studenti universitari fuori sede per l’anno accademico 2019/2020 a seguito dell’emergenza epidemiologica”, si legge nella missiva, nella quale gli studenti spiegano: “In data 8 giugno 2020 sono state pubblicate sul sito dell’Ersu (Ente regionale per il diritto allo studio universitario, ndr) di Palermo le graduatorie degli idonei all’assegnazione del contributo economico. Dopo alcune settimane dalla pubblicazione delle graduatorie (oltretutto provvisorie), non avendo ancora ricevuto l’accredito, iniziamo a contattare a più riprese l’Ersu, senza però ricevere risposte chiare e soddisfacenti. Non vogliamo entrare nel merito, ma è evidente che siamo davanti a un grave problema di comunicazione”.
“Nel frattempo i giorni e le settimane sono diventati mesi – proseguono gli autori della lettera a Musumeci – e noi stiamo ancora aspettando il supporto concreto promesso. Chi non aspetta più invece sono i nostri proprietari di casa, e insieme a loro le bollette che puntualmente arrivano e devono essere pagate. Siamo rimasti responsabilmente nelle nostre città universitarie consapevoli che se fossimo tornati a casa durante l’emergenza avremmo potuto rappresentare un rischio concreto per le nostre famiglie”, precisano i fuori sede siciliani.
“Ci siamo sentiti presi in giro”, commenta Simone Gallo, 24enne nisseno che frequenta il corso magistrale di Informatica umanistica; Gallo è uno degli amministratori del gruppo Facebook da cui è nata la lettera al governatore siciliano. “Io vivo e studio a Pisa – spiega – e fortunatamente vengo mantenuto da mia madre che è insegnante, ma avrei sicuramente fatto un uso comunque fondamentale degli 800 euro annunciati. Noi fuori sede vogliamo chiarezza: intanto perché le uniche graduatorie disponibili sono uscite ormai circa un mese fa, e poi perché sono provvisorie e questo il bando in realtà non lo prevedeva. Ecco perché abbiamo creato il gruppo: non abbiamo una vera e propria rappresentanza, eppure il bando conta circa novemila partecipanti”.
Fra loro c’è anche Laura Collesano, 24 anni, palermitana, specializzanda in Fisica. “Durante l’emergenza Covid sono rimasta bloccata in Germania, dove sono tuttora – racconta – perché i voli costano davvero tanto: si parla di circa 300 euro per arrivare a Palermo da Colonia, e non posso proprio permettermelo. Non torno a casa praticamente da più di un anno, ma come tanti altri sono stata felice del fatto che la Regione avesse comunicato lo stanziamento dei 7 milioni. Collesano spiega che “il bando era suddiviso in categorie: quella degli studenti rimasti fuori sede, prioritaria, e quella degli studenti rientrati in Sicilia. La chiusura era fissata per il primo maggio, e di lì a poco ci aspettavamo la graduatoria – dice – che in effetti è uscita l’8 giugno ma non era altro che un elenco di idonei. Nessun vincitore. Da quel momento tutto tace. Dove sono questi fondi promessi? Almeno ce lo dicano chiaro”.
Molti fuori sede hanno chiesto individualmente dei chiarimenti all’Ersu: “A me è stato risposto che non c’era nessuna notizia certa, né della data di uscita delle graduatorie né dell’effettiva disponibilità dei fondi – dice Collesano –. Ci sono famiglie che stanno riuscendo a sostenere le spese degli studi all’estero anche dopo il Covid, come la mia, ma tante altre invece sono in grandissime difficoltà perché per il coronavirus hanno anche perso il lavoro. Tutto questo lo stiamo facendo soprattutto per loro, ma la sensazione in questi giorni è di sentirci ignorati”.
Dall’Ersu fanno sapere che il personale delle sedi di Palermo, Catania, Messina ed Enna ha gestito la procedura e ha completato l’iter di lavorazione delle pratiche; l’assenza di graduatorie con i vincitori sarebbe legata all’arrivo dei finanziamenti con relativa destinazione e per concretizzare questo passaggio mancherebbe solo l’ok dell’assessorato regionale al Bilancio. Nel frattempo gli universitari e le loro famiglie sono alle strette: “Anche se la fase più critica, almeno in ambito sanitario, sembra ormai alle spalle – scrivono ancora a Nello Musumeci – per alcuni di noi l’emergenza non è affatto finita”.