È partita Dart, la prima missione per tentare di deviare un asteroide. È stata lanciata alle 7:21 ora italiana dalla base di Vandenberg in California a bordo di un razzo Falcon 9 e ora inizierà il suo lungo viaggio di oltre 10 milioni di chilometri, in 11 mesi, per colpire e deviare la traiettoria di un asteroide di 170 metri di diametro. Dart (Double Asteroid Redirection Test) sarà un banco di prova per valutare la capacità di deviare un asteroide potenzialmente pericoloso. A bordo c’è anche l’Italia con LiciaCube, un microsatellite ‘fotoreporter’ che dovrù filmare l’impatto per valutarne la riuscita.
Dart è una missione di protezione planetaria in quanto servirà a testare su un asteroide non pericoloso, in questo caso Dimorphos, la possibilità di deviare un grande oggetto roccioso eventualmente pericoloso per la Terra colpendolo con una sonda lanciata a grande velocità. Durante il suo viaggio la sonda sarù accelerata da un mix di motori a propulsione ‘tradizionale’ e degli innovativi propulsori a ioni per impattare l’asteroide a una velocità di 21.000 chilometri orari.
Si stima che l’urto produrrà una variazione quasi impercettibile della velocità di Dimorphos, di appena 0.4 millimetri al secondo, ma che nel corso tempo si tradurrà in un’importante modifica dalla traiettoria iniziale. Circa 10 giorni prima dell’impatto sarà rilasciato LiciaCube, un piccolo satellite interamente realizzato in Italia da Argotec, per conto di e in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e gestito da ricercatori coordinati dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).
Una volta separatosi da Dart, LiciaCube si sposterà in una posizione di sicurezza e con la miglior visuale per osservare l’impatto della sonda con Dimorphos. Le due telecamere di bordo saranno fondamentali per documentare gli ultimi istanti di Dart e soprattutto per misurare gli effetti, inizialmente molto piccoli, che l’impatto avrà sulla traiettoria dell’asteroide.