La Facoltà di Giurisprudenza, si sa, è una delle più frequentate e prestigiose dell’Università di Palermo. È la fucina di notai, magistrati e soprattutto di avvocati.
E l’iter per diventarlo, lo sanno bene chi frequenta o ha frequentato Legge, è lungo, faticoso e pieno di sacrifici.
Eppure, in Gran Bretagna, c’è chi propone di distinguere la laurea dalla qualifica professionale conseguente. L’idea è di Matthew Hancock, al secolo ministro inglese per la Formazione, che ha recentemente affermato: «L’università non è per tutti, ma non vedo perché non si debba poter ottenere la stessa qualifica professionale data da una laurea».
Insomma, il 2013 potrebbe portare nel Regno Unito una novità sicuramente rivoluzionaria, nel bene e/o nel male: per diventare avvocati (ma anche altro, ad esempio ingegneri edili, revisori dei conti e manager assicurativi) basterà fare dal primo giorno di lavoro il “training” sul campo, anziché frequentare per tre anni l’Università e poi affrontare un corso di qualificazione. Ovvero proprio come l’apprendista panettiere impara a fare il pane nei panifici, e via discorrendo.
Si tratta, comunque, non di una proposta ‘campata in aria’, bensì di una conseguenza della crisi economica, dell’aumento delle rette universitarie e del crollo degli iscritti.
Ed ora fuoco alle polveri. Che ne pensate?
Concordo con l’idea. Infondo io credo che la professionalità si acquisisca con l’esperienza diretta, piuttosto che con nozioni a volte inutili e senza risvolto pratico.
favoloso direi, sarebbe seriamente da applicare