Quanto costa oggi un arancin@ in Sicilia? Rispetto a qualche anno fa, la cifra che si leggerà in questo articolo lascerà spiazzati tanti lettori.
L’estate 2023 passerà alla storia come quella in cui prezzi sono saliti alle stelle. Dalla Liguria alla Puglia, dalla Sardegna alla Toscana, ogni cosa che acquistiamo costa di più.
Prezzi più alti per i vacanzieri
Da questo trend negativo non è riuscita ad astenersi la Sicilia, la regione che finora era riuscita a mantenere i costi contenuti.
Come riportato di recente dal Corriere della Sera, nella bellissima isola del Mediterraneo sono aumentati i prezzi dello spritz, del pesce, della carne e arancin@.
Ad esempio, a Taormina chi vuole sposarsi è chiamata a sborsare il doppio: il costo è passato da 800 a 1.600 euro.
Per parcheggiare, poi, bisogna pagare 3 euro a ora, ma anche la tassa di soggiorno costa ora il doppio.
Gaetano de Luca ha spiegato che è stato costretto ad alzare le tariffe in quanto ha ereditato un debito di ben 12 milioni.
Gli aumenti sono stati piuttosto contenuti sulle spiagge. Dal 2019 a oggi, il costo di un ombrellone e due lettini è passato da 50 a 60 euro.
Nella zona di Palermo, invece, il costo è di 30 euro, mentre in quella di Agrigento è di 7 euro a persona.
Secondo Demoskopika, i prezzi nelle strutture alberghiere hanno subito un aumento del 34%. A Cefalù, un nucleo familiari composto da 4 persone arriva a spendere la cifra di 12.000 euro per soggiornare soltanto una settimana.
Quanto costa oggi l’ arancin@ in Sicilia?
Se andiamo a dare un’occhiata al settore ristorazione, a Mazara del Vallo per un piatto con gamberi si arriva a pagare 26 euro, mentre nel 2019 costava soltanto 21 euro.
Se, invece, ordiniamo spaghetti con le vongole, che in passato costavano 10 euro, adesso dovremmo sborsare 15 euro.
Attenzione: gli amanti di arancin@ siciliano dovranno adesso pagare 4 euro. E pensare che soltanto un anno fa costava 2,50 euro.
Danilo Li Muli, che sta dietro l’invenzione di Ke Palle, giustifica questo aumento di prezzo con i rincari che sono avuti sulle materie prime.
Il costo del riso è aumentato del 140%, mentre quello dell’olio di frittura del 35%. Prezzi adeguati, ma a pagare alla fine sono i turisti.
La lettera di Danilo Li Muli
Danilo Li Muli, creatore del brand KePalle Arancine d’Autore, ha voluto scrivere una lettera alla redazione Libero Quotidiano a seguito di un articolo pubblicato dalla redazione in merito alla rivolta degli scontrini, in cui non è mancato il riferimento all’arancino.
Secondo Li Muli, nell’articolo sono state riportate affermazioni incomplete, non veritiere e travisate proprio in merito al brand “KePalle Arancine d’Autore” e all’azienda Street Food Academy.
Il proprietario ha invitato la redazione ha rettificare le informazioni riportate. La stessa richiesta era già stata inoltrata al Corriere della Sera, che aveva scritto un articolo sulla falsariga di quello di Libero Quotidiano, senza però menzionare proprietario e nome del locale.
Ecco quanto scrive Li Muli al Corriere:
“Le materie prime hanno raggiunti prezzi veramente elevati. Il costo del riso è aumentato del 140%, quello dell’olio per friggere del 35%, mentre la farina costa adesso il 91% in più. Ovviamente, siamo stati costretti ad adeguare i prezzi, riuscendo ugualmente ad ammortizzare i prezzi a favore dei consumatori. Nell’ultimo decennio, da quando abbiamo aperto il costo di un’arancina è passato da 2,50 a 3,50 euro, mentre la versione gourmet elaborate costano 4 euro. Siccome molti palermitani non hanno preso bene questo aumento, probabilmente non sanno che i costi dell’energia, delle materie prime e del servizio vanno a incidere sul prezzo finale. A lamentarsi di meno sono i turisti, perché per loro la Sicilia rappresenta comunque una metà piuttosto economica.
Quest’ultima frase potrebbe in qualche modo far pensare che l’aumento del costo di un arancino sia stato pensato proprio per l’utenza turistica. Ma è soltanto una nostra impressione.