Emergenza mentale dietro l’angolo in questo 2021.
Il 2020, lo abbiamo detto più volte, è stato un anno particolarmente strano e quanto più singolare, insolito.
In effetti non capita tutti i giorni per fortuna di vivere nel pieno di una pandemia mondiale. Non è semplice riadattarsi ad una forma di vita che per quanto uguale, in realtà cambia e lo fa in maniera invisibile. Se per molti, infatti, il lockdown è stato gravoso a tal punto da essere sull’orlo di una crisi isterica, di momenti di panico, di ansie, depressioni immotivate, per altri la vita in casa, in totale solitudine, è diventata normalità.
Ma non sarà anche questo aspetto pericoloso per l’essere umano?
Forse per abituarci ad una situazione e farlo nel miglior modo possibile, ci stiamo dentro cercando di viverla con normalità, senza pensare invece che non è questa la nostra usuale normalità.
La nostra normalità non è andare al supermercato una volta alla settimana, per riempire le nostre dispense e poi evitare il più possibile di uscire; la normalità non è stare a casa il sabato sera, le domeniche a pranzo, evitando di vedere amici e familiari e accontentandoti di salutarli dal balcone, come in un romantico e straziante addio da Shakespeare; la normalità non è non poter decidere quando, come e con chi uscire, per andare chissà dove pure a non far nulla, questa è la libertà che intesse il nostro quotidiano, ma oggi non è così e quasi non ci rendiamo conto che adattarsi non è normalità; noi siamo molto altro!
Allora se il 2020 è passato, anche a fatica, con dolore e rabbia, ma è passato, quello che adesso dovrebbe preoccuparci sono le conseguenze che questo anno ha lasciato, in maniera invisibile sulla nostra pelle, sul nostro vissuto, sul nostro senso comune di normalità, di libertà.
Nel 2021 emergenza mentale dietro l’angolo
Le misure restrittive hanno avuto un impatto su di noi, anche dal punto di vista psicologico.
Quello che preoccupa è che non si tratta di supposizioni e basta.
Secondo l’American Public Health Association, nei prossimi mesi, non appena il vaccino sarà esteso a tutta la popolazione, il mondo si sveglierà da questo sonno perpetuo e si ritroverà a fare i conti con una nuova, più sottile e meno curabile, emergenza sanitaria: la sindrome da stress post lockdown. Una emergenza mentale causata da isolamento, tensione, libertà violate, coprifuoco, malattia, contagio, morte… Sono tutte cose che hanno messo a dura prova tutti noi. Il “trauma collettivo” che le persone stanno vivendo “contribuisce ad aumentare l’ansia, la depressione e altri fattori di salute mentale comunemente associati ai disturbi alimentari”, ha detto Chelsea Kronengold, responsabile delle comunicazioni della National Eating Disorders Association.
Ricominciare dagli sguardi
Con il lockdown sono stati impediti tutti i gesti di uso quotidiano che ci permettono di relazionarci con l’altro, di sentirci meno soli e parte di un qualcosa, come il darsi la mano, l’abbracciarsi, il toccarsi. Tornare a farlo, senza la pura del contagio, non sarà semplice.
Quindi un primo passo è in questa fase ricominciare dagli sguardi, imparare ad abbracciarci con gli sguardi e concentrarci sulla espressività del volto, sostiene il Responsabile dell’Unità Operativa di Riabilitazione Psichiatrica degli Istituti Clinici Zucchi di Carate Brianza, Dott. Mansi.
I consigli dello psicoterapeuta
Il Dott. Alfonso Piccoli, psicoterapeuta e responsabile dell’U.O. di Medicina Interna dell’Istituto Clinico San Rocco, in vista dell’emergenza mentale e psicologica, ci consiglia di ripensare alle paure e preoccupazioni del nostro quotidiano. Di ripensare agli spazi, al modo di lavorare e di affrontare il quotidiano. “Se la paura è eccessiva – prosegue il Dott. Piccoli – può rendere vulnerabili. La ragione è sopraffatta da una sorta di ‘bugia’ mentale che paralizza il senso critico”. Bisogna quindi tornare a fare cose realistiche come mantenere la distanza di sicurezza dagli altri o indossare la mascherina, ma affrontando la paura.
E poi continua “come dico sempre ai miei paziente preoccupiamoci e occupiamoci di leggere, parlare, cucinare o coltivare i propri hobby.
Coltivare la gratitudine
Il Dott. Piccoli ci invita a imparare a praticare la gratitudine, una modalità di auto-aiuto, un bene prezioso da coltivare e preservare. Non permettiamo allora ancora una volta al Covid di governare le nostre vite, non permettiamogli di prendersi gioco di noi. Svegliamoci da questo lungo sonno e teniamo a mente che noi siamo più di tutto questo, che la normalità è andarsi a mangiare una pizza con gli amici, è abbracciarli, sentirne il respiro sul collo e avere la sensazione di essere a casa. Non permettiamogli di invadere le nostre vite, di violare i nostri pensieri, di impossessarsi della nostra libertà. Noi siamo più di questo!