Le temperature si fanno bollenti, l’estate è più vicina e il mare diventa una calamita naturale per ciascuno. Proprio per questo motivo da giorni gruppi e attivisti in temi ambientali stanno cercando di illustrare alla persone che gettare rifiuti in spiaggia può essere grave. E può portare danni a lungo e a breve termine, nocivi per la bellezza delle coste italiane.
Il 70% dei litorali dello stivale attualmente è ricoperto da guanti e mascherine chirurgiche, le nuove arrivate tra le microplastiche che si riversano in mare. Alcuni dati di un’indagine Beach Litter, per conto di Legambiente, sono impressionanti. I rifiuti contabilizzati sul campo sarebbero 783 ogni cento metri. E nell’84% dei casi si tratta di oggetti di plastica.
E’ troppo facile dare la colpa alle istituzioni per mancanza di reazione all’azione, perché a sporcare, inquinare e poi portare nel mare le microplastiche è il singolo cittadino, che per inerzia preferisce gettare il proprio rifiuto sulla sabbia invece che andare in un cestino vicino. Al primo posto tra le plastiche compaiono piatti, posate, bicchieri e vaschette. Tutto materiale ormai fuori legge in seguito alla Direttiva europea Single Use Plastic, recepita anche dal Parlamento italiano.
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L’appello agli incivili: “Non buttate rifiuti in spiaggia, roviniamo la bellezza”
Poi in classifica arrivano i mozziconi di sigarette. Al terzo posto i tappi di bottiglia (ancora plastica). L’unica nota del report positiva è la netta diminuzione dei sacchetti di plastica che si sta imparando ad usarli meno e a smaltirli in modo corretto. Un plateale esempio è sicuramente il litorale di Mondello ancora integro nei primi giorni di giugno dal devasto dei rifiuti. Ma basterà poco e, come ogni anno, si assisterà alla discarica a cielo aperto, dove a fare da ossimoro c’è un mare spettacolare e ad un passo dal centro cittadino.
Anche per questo motivo le varie organizzazioni no-profit ambientaliste, gestite principalmente da cittadini liberi, stanno organizzando incontri in cui ognuno fa quel che può: raccogliendo per terra ciò che si trova nelle spiagge. In estate ci sarà un’intensificazione di incontri, anche a Palermo. Basterà solo prepararsi, attivarsi e lottare per l’ambiente.