Un cambio di rotta che potrebbe compiersi a breve. Finalmente, dopo anni, i finti stage che mascherano gli sfruttamenti avranno le ore contate, almeno così sembra. Durante il passaggio della legge di Bilancio in Senato è stato approvato un emendamento di Leu firmato tra gli altri anche dal palermitano Pietro Grasso.
Tale passaggio prevede un riordino delle regole per i tirocini fatti al di fuori da un percorso di studi e una stretta contro l’uso distorto dello strumento. Lo stage, infatti, dovrebbe essere finalizzato “all’orientamento e alla formazione professionale”.
Governo e Regioni hanno 180 giorni per stilare nuove linee-guida sui tirocini diversi da quelli curricolari. Questi percorsi dovranno essere “in favore di soggetti con difficoltà di inclusione sociale“. In caso di mancata corresponsione dell’indennità di partecipazione si applica a carico del trasgressore una sanzione amministrativa variabile da un minimo di 1000 euro a un massimo di 6000 euro.
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Falsi stage al posto di contratti ai giovani
L’emendamento specifica inoltre che il tirocinio “non costituisce rapporto di lavoro e non può essere utilizzato in sostituzione di lavoro dipendente”. Se è svolto in modo fraudolento, eludendo le prescrizioni, il soggetto ospitante è punito con una sanzione amministrativa di 50 euro al giorno.
L’entità dell’ammenda è stata specificata dalla Ragioneria dello Stato per ogni tirocinante, specialmente giovane, coinvolto ferma restando la possibilità di riconoscere la sussistenza di un rapporto di lavoro subordinato a partire dalla pronuncia giudiziale.