Sono i giorni decisivi per capire come sarà davvero la fase 2, quella della graduale riapertura. Entro il fine settimana il governo dovrebbe deffinire tutti i dettagli. Se a Roma questa mattina è stata fatta una sorta di prova generale sui trasporti pubblici, a Codogno un primo passo verso la fine dell’emergenza da codice rosso: un reparto torna Covid free.
Intanto il premier Giuseppe Conte ha rivendicato il ruolo dell’Italia: “L’Italia è dall’inizio in prima linea in questa battaglia. Abbiamo imparato sulla nostra pelle che il virus non conosce confini”. Due novità di giornata: il decreto Cura Italia è legge e in Cdm è arrivato l’ok al Def.
L’Iss: “Andremo al parco, ma no feste”
Gran parte della conferenza stampa del presidente dell’Iss (Istituto superiore di sanità), Silvio Brusaferro, è stata destinata alla fase 2. Con una parola chiave, comuqune: cautela. In primo luogo Brusaferro ha fatto il quadro della pandemia in Italia. Il numero dei casi si sta “riducendo dappertutto, ma è ancora necessaria prudenza rispetto alle misure di riapertura perché la situazione è diversificata nel Paese”. Per l’Iss l’epidemia al Nord è sicuramente “iniziata a gennaio o anche prima”. Attualmente l’indice di contagio è in Italia è tra 0,2 e 0,7 (“Ma ci vuole poco a tornare sopra la soglia”). “La curva mostra che i sintomatici si riducono, ma ci sono ancora casi, anche questi però in riduzione. Aumenta l’utilizzo dei tamponi. Crescono gli asintomatici o coloro che hanno patologie lievi e si riducono i pazienti critici. Inoltre le età più avanzate, con più patologie, sono a maggior rischio mortalità”.
Con riferimento specifico alla ripartenza graduale, Brusaferro ha sottolineato: “Bisogna riorganizzarsi, anche nella vita quotidiana. Ci si può muovere, ma rispettando rigorosamente alcune regole. Si potrà andare al parco, ma non fare feste in sintesi. Noi ci immaginiamo che il Paese progressivamente riprenda delle attività, secondo una logica di grande prudenza ma anche di inesorabilità. L’idea è: apriamo attività produttive, commerciali, una mobilità a supporto, e vediamo se riusciamo a mantenere questi numeri. Andiamo progressivamente ad articolare una nostra vita che certamente non sarà come a Natale, fino a quando non avremo terapie, ma soprattutto il vaccino”. E ancora: “Se facciamo una camminata o la spesa non dobbiamo farlo in una situazione di affollamento, i mezzi pubblici si useranno riorganizzando orari e accesso ai servizi, spalmandoli nella giornata senza che ci sia un picco di concentrazione e poi si potrà anche recuperare una dimensione di attività fisica e servizi sanitari per patologie non Covid. Mi piacerebbe che le persone potessero acquisire un livello di autonomia e movimento maggiore, ma se non rispettiamo queste misure la curva rischia di ripartire” .
L’Iss ha poi condotto uno studio su circa 4.500 casi notificati tra l’1 e il 23 aprile: il 44,1% delle infezioni si è verificato in una Rsa, il 24,7% in ambito familiare, il 10,8% in ospedale o ambulatorio e il 4,2% sul luogo di lavoro. La ricerca è stata volta ad inviduare le fonti di contagio durante il lockdown.
Autocertificazione solo per viaggi tra regioni
In tema di spostamenti dal 4 maggio sarà probabilmente necessaria l’autocertificazione solo per gli spostamenti tra una Regione e l’altra e non servirà invece per uscire e muoversi all’interno dei Comuni e della stessa Regione. È questa l’ipotesi allo studio del governo in vista della fase 2. Il nuovo modulo dovrà essere utilizzato da chi viaggia da una regione e l’altra, uno spostamento che sarà consentito – almeno nella prima fase – solo per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità e motivi di salute, come avviene già oggi per tutti i movimenti.
Calcio
Dell’eventuale ripresa del calcio ha parlato invece Gianni Rezza, sempre dell’Iss. “Credo sia una decisione difficile da prendere – ha detto -, ma per questo sport non ci sono condizioni di rischio ‘zero’ e in questo caso c’è anche un contatto fisico. Il rischio non è zero”.
Speranza: “Serve cautela”
Il pressing sul governo per la riapertura è sempre più forte. Il ministro della Salute Roberto Speranza invita alla massima cautela: “La curva si è piegata, possiamo guardare con fiducia al futuro, ma con cautela. Ci sono le condizioni per programmare il domani ma con i piedi ben piantati nell’oggi”.
Codogno, reparto Covid free
L’ospedale di Codogno (Lodi), dove circa due mesi fa è stato accertato il primo caso di Coronavirus in Italia, riconverte in Covid-free il reparto di ortopedia, una dozzina di letti, che nell’emergenza, come quasi tutto il presidio sanitario, è stato trasformato per accogliere i malati positivi al virus. «Questo è un passo sostanziale verso la normalità che però è ancora lontana”, spiega il sindaco Francesco Passerini.
A Roma sperientazione sulla metro
È iniziata alle 7 ed è finita alle 10 la prima sperimentazione sulla nuova modalità di mobilità sulla metro a di Roma, test preliminare per la Fase 2. La sperimentazione ha riguardato la fermata San Giovanni delle linee A e C della metro.
Dispositivi di protezione: spesi 356 milioni
52 contratti con 30 fornitori – 21 italiani e 9 esteri – per un importo complessivo di oltre 356 milioni. È quanto ha speso finora la Protezione Civile per l’approvvigionamento di mascherine, ventilatori polmonari e altri dispositivi di protezione individuale.
Particolato atmosferico
È certa la presenza del coronavirus nel particolato atmosferico e si “apre la possibilità di avere un indicatore per rilevare precocemente la ricomparsa del coronavirus e adottare adeguate misure preventive prima dell’inizio di una nuova epidemia”, ma una nuova via di contagio è tutta da dimostrare. È quanto emerge da una ricerca condotta dalla Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) con le università di Trieste, Bari, Bologna e l’Ateneo di Napoli “Federico II”.
Operatori sanitari
Aumentano i contagi fra medici, infermieri e altri operatori sanitari. Secondo gli ultimi dati diffusi oggi dall’Istituto superiore di sanità sono 19.628 i casi confermati di in operatori sanitari, con un’età dai 18 ai 79 anni.
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