Quando si visita Palermo, uno dei primi luoghi dove si capita, volenti o nolenti, è la famosa Fontana Pretoria. Nascosta nell’omonima piazza del centro storico, un po’ nascosta, è considerata una delle più belle d’Italia.
Realizzata nel XVI secolo dallo scultore Francesco Camilliani, divenuto famoso principalmente per quest’opera, era inizialmente destinata al giardino fiorentino del viceré di Napoli, lo spagnolo Don Pedro Álvarez de Toledo y Zúñiga, ma qualche anno dopo fu trasferita qui a Palermo. Progettata per uno spazio aperto, non rientrava nell’allora estensione della piazza, pertanto si dovettero abbattere alcune abitazioni per farle posto.
Inizialmente, la fontana comprendeva ben 48 statue tra divinità, figure mitologiche e allegoriche. Quando Luigi Álvarez morì, pieno di debiti, il figlio la mise in vendita e la acquistò il Senato palermitano che – per trasportarla – la divise in 664 pezzi. Durante il trasporto via nave, però, alcune sue parti si ruppero.
La struttura della fontana è molto complessa. Ruota attorno a un bacino centrale circondato da quattro ponti di scalinate e da un recinto di balaustre. L’elevazione piramidale è costituita da tre vasche concentriche da cui parte un intricatissimo gioco d’acqua, elemento versato dalla sommità da un Bacco, che a Palermo hanno però identificato con il “Genio di Palermo”.
Ma è ciò che si nasconde sotto la fontana il vero mistero. Vi si accede attraverso una botola posta in un punto della fontana sotto le balaustre di marmo. Per scoprire cosa si nasconde sotto la Fontana Pretoria bisogna scendere di alcuni livelli, dove un cunicolo scavato nella roccia, pieno zeppo di tubi e tubicini, gira a 360° tutt’intorno alla fontana che ha una pianta ellittica.
Comprende il complicatissimo sistema di funzionamento della fontana, con i suoi 24 getti d’acqua che partono dalle narici di alcuni animali o mostri mitologici e che si gettano nella vasca ad anello e altri 20 getti che partono dalle colonnine della balaustra superiore. Sono 56 i canali che alimentano tutti gli zampilli che vanno poi a riempire le vasche esterno rampe (8) e le vasche dei fiumi (4) oltre al getto del “Genio di Palermo”.
Per entrare nella fontana oggi si usano delle scale a pioli, ma sono ancora visibili sottoterra i gradini di pietra impiegati un tempo. E, non tutti sanno che, dietro specifica richiesta, è possibile visitare l’interno della fontana. Bisogna rivolgersi al personale di sicurezza alla portineria del vicino Palazzo delle Aquile, sede del municipio di Palermo. Le visite sono solo guidate e su prenotazione. (SiViaggia)