Un risveglio triste per l’Italia intera. Questa mattina, all’età di 76 anni, ci ha lasciato Franco Battiato, il Maestro della musica italiana. Nel corso della sua lunga carriera, costellata di successi, Battiato ha scritto dei veri e propri capolavori che hanno irrimediabilmente lasciato il segno nella storia della musica italiana ed internazionale.
Franco Battiato: le canzoni più famose
Gigante dell’innovazione, a Franco Battiato dobbiamo brani che hanno accompagnato intere generazioni. Oltre a “La Cura“, una delle sue canzoni più famose, inno all’amore, al Maestro dobbiamo altri capolavori come Centro di gravità permanente, Bandiera bianca, Voglio vederti danzare, La Stagione dell’amore e tanti altri.
Centro di gravità permanente
Il singolo “Centro di gravità permanente” è certamente tra quelli più popolari del Maestro. Contenuto nell’album di maggior successo, La voce del padrone, del 1981, il brano racconta il senso di smarrimento che un po’ tutti sperimentiamo nella nostra vita. Quando ci sembra di aver perso la rotta, quando ci sentiamo in balia degli eventi, è allora che il nostro istinto va alla ricerca di quel “centro” che ci aiuti ad orientarci nel caos della vita, dandoci fermezza e stabilità.
Cerco un centro di gravità permanente
Che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose sulla gente
Avrei bisogno di…
Cerco un centro di gravità permanente
Che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose sulla gente
Bandiera bianca
Altro estratto dall’album del 1981 è “Bandiera bianca”. Alla “Bandiera gialla” di Gianni Pettenati e a quella rossa, inno del partito comunista, Battiato, con autoironia, sventola la “Bandiera bianca”. L’uomo saggio che si arrende difronte alla mediocrità e alla corruzione del mondo, con riferimenti al terrorismo e alla dipendenza dal denaro. Nel testo, il Maestro omaggia anche alcuni colleghi, tra cui Bob Dylan, Alan Sorrenti, i Doors.
Quante squallide figure che attraversano il paese
Com’è misera la vita negli abusi di potere.Sul ponte sventola bandiera bianca
Sul ponte sventola bandiera bianca
Cuccurucucu
Cuccurucucu, che cita un brano del cantautore messicano Tomàs Méndez nel ritornello, Cuccurucucù Paloma, è uno dei pezzi più famosi e ballati dello stile citazionistico del Maestro. Il verso delle colombe, in forma di onomatopeica, richiama la metafora sull’amore che vola via. Oltre al brano di Méndez, possiamo ritrovare un richiamo all’Iliade, a pezzi di Milva, Mina, Beatles, Rolling Stones e tanti altri. Nei cori sono percepibili dei virtuosismi vocali di Giuni Russo.
Le mille bolle blù
Da quando sei andata via non esisto più
Il mondo è grigio il mondo è blu
Cuccurucucu Paloma
Ahia – iaia – iai cantava
Cuccurucucu Paloma
Ahia – iaia – iai cantava
Leggi anche: La Cura, la canzone di Franco Battiato che celebra l’amore: significato e testo di un brano indimenticabile
Voglio vederti danzare
“Voglio vederti danzare”, contenuto nell’album “L’arca di Noè”, del 1982, è uno dei pezzi di Battiato che più ha fatto ballare intere generazioni. Nel 2003, è stato riproposto in versione dance da DJ Prezioso con il featuring di Marvin. Il testo, caratterizzato da un incalzante ritmo elettronico e ritmato, sfocia poi in un valzer viennese verso il finale.
Voglio vederti danzare
Come i dervishes turners che girano
Sulle spine dorsali
O al suono di cavigliere del KatakaliE gira tutto intorno alla stanza mentre si danza, danza
E gira tutto intorno alla stanza mentre si danza
La stagione dell’amore
“La stagione dell’amore” è uno dei maggiori successi di Franco Battiato. Il tema centrale della canzone è il tempo e come tutto sia influenzato da questo, anche le relazioni umane. Vi è del rimpianto, la permanenza della passione, ma anche una speranza sul ritorno della primavera dei sentimenti. La morale del brano si racchiude tutta nel non perdere le possibili occasioni che la vita ci offre, cercando di vivere con leggerezza e senza rimpianti quelle perse.
La stagione dell’amore viene e va
All’improvviso senza accorgerti, la vivrai, ti sorprenderà
Ne abbiamo avute di occasioni
Perdendole, non rimpiangerle, non rimpiangerle mai
Ancora un altro entusiasmo ti farà pulsare il cuore
Nuove possibilità per conoscersi
E gli orizzonti perduti non si scordano mai
E ti vengo a cercare
“E ti vengo a cercare” è un brano dell’album del 1988, “Fisiognomica”, con cui Battiato torna ad uno stile più intimo e spirituale. Ricco di una forte carica emotiva, nel brano ci si affeziona alla ricerca nel suo significato più astratto, pur non conoscendo né il destinatario né il fine della stessa. Che si parli di un nuovo “io” o di una profonda ed intima dichiarazione per un sentimento superiore, non ha importanza: ciò che resta al centro è il continuo movimento dell’anima alla ricerca.
E ti vengo a cercare
Anche solo per vederti o parlare
Perché ho bisogno della tua presenza
Per capire meglio la mia essenza