Per molti studenti la vita universitaria è considerata una folle corsa contro il tempo, irta di ostacoli e figure mostruose degne di una giocata a Dungeons & Dragons. Tra professori che si defilano, sessioni d’esame che spuntano all’improvviso e statini che prendono il volo, la corsa dello studente universitario si fa ogni giorno sempre più adrenalinica e sfiancante.
Tuttavia, dopo una lunga e stancante giornata passata nella propria facoltà, la gran parte degli studenti può finalmente recarsi nella propria casa, a gustare un pasto caldo fatto dalla madre e a rilassarsi con i comfort tipici della propria cameretta. Peccato che ciò non si possa dire per una certa categoria di loro. Sì, perché mentre lo studente in sede deve fare un normale tragitto dentro la propria città e il pendolare si accontenta al massimo di una breve corsa in autobus per tornare a casa, il fuori sede vive una condizione ben diversa: per lui i problemi cominciano ancor prima di entrare all’università, o meglio, ancor prima di SAPERE se mai entrerà all’università.
Questo esemplare di scimmia geneticamente modificata noto come Ex-Domi (di cui il sottoscritto fa parte), nel momento in cui esce dalla propria scuola superiore è già tempestato da agghiaccianti interrogativi sul futuro: qual è l’università che fa per me? E che corsi ci sono? Riuscirò a superare l’esame del corso che voglio fare? O dovrò provare altri esami per avere un corso cuscinetto? E come tengo a bada il padrone di casa? Oh cavolo vero, LA CASA!!!
Spinto a forza da queste domande esistenziali, l’aspirante Ex-Domi si ritrova ad annaspare disperatamente alla ricerca di un dimocilio che gli possa prolungare la sua travagliata sopravvivenza, all’interno di uno stile di vita del tutto nuovo e incerto sulle possibilità di nascere. E così l’aspirante Ex-Domi trascina la propria famiglia in viaggi in macchina, spesso lunghi e fastidiosi, per trovare una casa.
All’inizio si spera di avere una vasta possibilità di scelta (magari una casa con tutti i comfort possibili e preferibilmente vicino all’università), ma quando l’ansia e la disperazione iniziano a farsi sentire, e soprattutto quando ci si rende conto che le case in affitto non sono hotel a cinque stelle, ci si accontenta di tutto quello che si trova.
La selezione naturale si presenta in tutta la sua arroganza e casualità, spesso anche in maniera beffarda: c’è chi, con molta fortuna, contando su un aggancio si ritrova in una casa a due passi dalla propria facoltà con amici già veterani di questa vita, e c’è chi invece potendosi affidare solo agli annunci sui muri si ritrova tra quattro mura circondato da perfetti sconosciuti, e il tutto magari in una casa talmente distante che richiede meno tempo a laurearsi piuttosto che arrivare puntuali a lezione.
Tuttavia, benché si possa aver trovato casa e superato l’esame d’ammissione all’università, i problemi non sono ancora finiti per l’ormai patentato Ex-Domi: molte case sono costruite in palazzi molto vecchi, dove il concetto di “comodità” normalmente conosciuto è alquanto alieno.
È raro trovare case con i riscaldamenti e ancor più raro trovarne con una lavatrice, spingendo l’Ex-Domi ad un continuo sali e scendi, sia mensile che settimanale, tra la propria città di origine e la casa universitaria, anche solo per cambiare i vestiti e spillare qualche soldo ai propri genitori.
I primi tempi possono risultare fastidiosi, dopotutto bisogna convivere con altra gente, collaborare nelle faccende domestiche, sopportare i climi impervi e cercare di non sperperare il denaro portato da casa per arrivare alla fine della settimana (il tutto ricordando che la priorità è trovare il tempo per lo studio). Ma l’Ex-Domi, dopo qualche tempo a trascorrere questo stile di vita, alla fine comprende che deve adattarsi per sopravvivere, e così non si perde d’animo.
Poco importa se si ha fame ma i soldi bastano appena per il biglietto dell’autobus, l’Ex-Domi si accontenta di quello che trova in casa (o delle cotolette fatte con tanto amore dalla madre); poco importa se il prof ha rimandato l’esame al giorno dopo perché i candidati sono troppi, l’Ex-Domi ha una casa e può tranquillamente aspettare; poco importa se giunge l’inverno e non ci sono riscaldamenti, l’Ex-Domi si accontenta di una stufetta comprata al mercatino delle pulci e riconosce come suo nuovo pigiama un mix di tute da ginnastica e felpe con cappuccio.
Ma nonostante tutto ciò, la vita dell’Ex-Domi non è fatta solo di frugalità e sopportazione. Molti di loro (tra cui io stesso) hanno trovato casa di fronte l’università e possono godere di vantaggi inaspettati. Vicino al loro appartamento non c’è solo l’università ma anche bar, paninerie, tabaccherie, supermercati, librerie, i piaceri “esotici” di Ballarò e addirittura le onoranze funebri (!). Dopotutto si sa: i palermitani sono sempre stati premurosi verso gli ospiti.
Eppure, con tutta probabilità, la soddisfazione più grande di un Ex-Domi che ha trovato casa davanti all’università è bensì un’altra: quale piacere sadico è più grande dell’alzarsi un quarto d’ora prima della lezione e arrivare in facoltà fresco come una rosa mentre molti colleghi in sede sono costretti a svegliarsi all’alba e arrivare comunque tardi perché si è rimasti bloccati in Viale Regione Siciliana?
A conclusione di ciò si può dire solo una cosa: la vita dell’Ex-Domi è dura, ma è sicuramente appagante.
ahah ex domi come teee