Nelle ultime ora il nome di Mario Draghi è trai più ricercati e cliccati del web. E non solo. Tutti ne parlano, tutti fanno pronostici sulla nascita del suo governo e dei possibili Ministri che lo comporranno.
Ma c’è anche chi, tramite le proprie pagine social, racconta episodi e aneddoti sul Professore Draghi. Ci colpisce in particolare un aneddoto raccontato da Maria Isolina Catanese, delle Cantine Settesoli di Menfi. E’ legato al ricordo di un viaggio in aereo fatto accanto al Prof. Draghi, direzione Francoforte.
Ho viaggiato in economi con Mario Draghi
La Catanese racconta nel suo post di quella chiacchierata fatta con uno degli uomini più potenti d’Europa, dell’invio di alcune bottiglie di Settesoli al rientro del suo viaggio e della risposta arrivata dalla Bce, con un biglietto scritto proprio da Mario Draghi. Ma soprattutto del fatto che, uno degli uomini più influenti del continente, non solo stava viaggiando in classe Economy, ma ha anche cordialmente scambiato quattro chiacchiere con la sua vicina di aereo.
Vi riportiamo integralmente il contenuto del post, che racconta quel viaggio e le esprienze successive nel dettaglio. Uno spaccato di vita che ci dice qualcosa in più su Mario Draghi, persona competente e influente ma anche uomo perbene, cortese e semplice. Intriso di quella umiltà che caratterizza i più grandi uomini, siano essi economisti mondiali o semplici impiegati di provincia.
Nel 2016, in una delle mie trasferte Roma – Francoforte, ho provato lo stupore di trovarmi accanto, in classe economy, un compagno di viaggio molto particolare:
Mario Draghi.
Fila 8. Io 8A, le nostre borse all’8B, lui all’8C. Dopo il decollo ci siamo girati contemporaneamente a prendere i nostri rispettivi iPad.
Io sono rimasta in silenzio per un po’, facevo finta di lavorare, ma poi non ce l’ho più fatta e mi sono girata verso di lui a chiedere, quasi sottovoce: “mi scusi… ma io … ho l’onore di viaggiare con il prof. Mario DRAGHI??” … “ed in classe economy??”
È stata una domanda così spontanea da suscitare in lui una sincera risata. Infatti mi ha prontamente risposto: “e perché no?”… ed io sgranando gli occhi gli dissi: “ma Lei ha visto chi è seduto in prima classe?!”
Gli ho strappato un’altra risata e poi, a sorpresa ha messo via l’iPad ed abbiamo iniziato a chiacchierare.
Mi ha chiesto innanzitutto se andavo a Francoforte per studio o per lavoro. “Per lavoro”, gli risposi, piena di orgoglio! Quello infatti è stato uno degli ultimi viaggi in cui portavo in giro per il mondo il frutto del lavoro della mia terra natía: Settesoli – Mandrarossa.
Con grande stupore da parte mia, lui conosceva benissimo la storia della cantina. Conosceva altrettanto bene l’opera compiuta da Diego Planeta, fu lui infatti a nominarmelo per primo.
Poi con tanta semplicità mi raccontò delle sue vacanze in Sicilia con la moglie l’estate precedente; le impressioni sulla nostra terra e di quanto fosse meravigliosa; e così via … un continuo semplice scambio di racconti fino all’arrivo a Francoforte.
Appena atterrati mi disse: “dunque, riassumendo: se io vado in un ristorante a Francoforte e chiedo una bottiglia di Settesoli sarà opera sua?”… “non proprio” gli dissi,
“comunque vengo qui per far crescere la conoscenza del marchio”, così tirai fuori il mio biglietto da visita precisando che non mi sarei aspettata una corrispondenza ma era solo per ricordare ‘eventualmente’ il brand scritto su quel biglietto, Mandrarossa. Al ristorante ‘eventualmente’ avrebbe dovuto chiedere di quel marchio mentre nella grande distribuzione avrebbe trovato Settesoli. Tutto chiaro.
Ci siamo salutati cordialmente. Lui mi ha augurato buona fortuna, poi sono arrivati degli uomini in abito scuro che lo hanno scortato fino ad una porta secondaria del finger.
Rientrando in Sicilia, dopo il mio viaggio, chiesi il permesso alla direzione di inviare una 3L di Cartagho alla Banca Centrale Europea. Qualcuno mi assecondò. Altri mi risero dietro.
Io però non avevo un indirizzo quindi cercai su Google “BCE contatti” (le mie soluzioni semplici a cose complesse). Mi rispose una segretaria, esposi la mia richiesta e lei mi passò un altro interno. Mi rispose un’altra segretaria. Lasciai le mie generalità, raccontai del volo e del motivo del regalo; diedi il numero di volo; il n. di sedile; quello mio; quello del Prof. Draghi, e spiegai che a nome della cantina desideravo omaggiarlo con il frutto del lavoro dei nostri agricoltori come da racconto in aereo. La signorina mi fece attendere qualche minuto al telefono e poi mi disse che potevo inviare il regalo all’indirizzo che mi avrebbe fornito e che il dono non doveva superare il valore certificato di € 50.
Chiesi un certificato scritto al magazzino che a sua volta organizzò velocemente la spedizione!
Io scrissi due righe di mio pugno facendo riferimento alla sua richiesta in aereo e, a nome di tutti, in carta intestata Settesoli/Mandra, inviammo la Jeroboam di Cartagho.
Fine.
Circa quindici giorni dopo, al ritorno da un altro viaggio di lavoro, trovai come sempre la posta ammassata sulla mia scrivania. Tutta pubblicità! Stavo per differenziare il contenuto nelle pattumiere quando all’improvviso…. Eccola! Una busta BCE… non mi aspettavo una risposta a dire il vero. Invece, apro la busta e trovo i suoi ringraziamenti. Rigorosamente scritta a mano… da lui e non da altri, perché quella firma la conosciamo tutti… È su tutte le banconote.
Niente, così… oggi sono felice di sapere che questo Grande Uomo, allo stesso tempo così semplice e umile, si prenderà cura del nostro paese.
E poi, in fondo in fondo, volevo solo raccontarvi che un giorno “ho incontrato Mario Draghi, … e mi ha fatto una buona impressione!”