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I nomadi digitali: chi sono e come impattano la società


Lavorare da dove vogliamo non è più un sogno, grazie alle professioni che richiedono solo un PC per funzionare. Scopri come cambia la mentalità del lavoro.

nomadi digitali
nomadi digitali- fonte: web

I nomadi digitali e il loro impatto sullo stile di vita e sulla cultura dei Paesi

La mentalità del lavoro fisso sta attraversando una trasformazione epocale. Negli ultimi anni abbiamo già assistito a un cambiamento netto degli stili di vita grazie all’avvento di Internet, che ha riguardato all’inizio soprattutto il modo in cui trascorriamo il tempo libero. verde casinò è stato ad esempio una delle prime piattaforme a offrire i servizi tipici di gioco di un casinò terrestre tramite la modalità virtuale, consentendo a tutti gli appassionati di divertirsi a portata di click o di touch.

A seguito della pandemia però, la modalità virtuale ha letteralmente stravolto il mondo del lavoro. Quello che era iniziato come un sistema secondario di collaborazione, tipico di aziende internazionali operanti soprattutto nel settore della tecnologia e della finanza decentralizzata, è diventata un’opportunità anche per aziende più tradizionali e per i liberi professionisti.

Parliamo del lavoro da remoto e dello smart working, due modalità simili ma diverse di lavorare. E l’impatto è stato enorme, non solo per il mondo del lavoro ma anche per l’economia e la società dei vari Paesi.

I nomadi digitali: chi sono?

Fino a qualche anno fa, l’idea di lavorare dalla spiaggia di un Paese caldo avendo a disposizione un computer portatile era utopia o, perlomeno, un eventualità riservata a pochissimi fortunati. Soprattutto, coloro che non avevano una vera necessità di lavorare.

Cambiano i tempi, si evolvono determinati settori lavorativi e anche le professioni si adattano. Quando parliamo di nomadi digitali facciamo riferimento a due categorie principali di lavoro:

  1. Lo smart working, termine che può essere tradotto con lavoro agile, indica una modalità di collaborazione per cui è il lavoratore a stabilire quando e dove lavorare. Può trattarsi di un professionista freelance oppure di una collaborazione come dipendente, per la quale è fondamentale per l’azienda che vengono raggiunti determinati obiettivi lavorativi, senza che sia rilevante la tempistica del luogo o dell’ora;
  2. Nel lavoro da remoto invece la collaborazione avviene attraverso orari e luoghi prestabiliti dall’azienda o dal cliente. Il termine sta quindi a indicare solamente la localizzazione del lavoratore, che non è all’interno dell’azienda ma è fuori, quindi remota.

Inutile sottolineare l’ampia libertà che viene data in questo modo ai nomadi digitali sulla modalità di organizzare i propri ritmi lavorativi. Non tutte le professioni possono avvenire secondo una modalità “nomade”: solo quando non è richiesta una presenza costante sul luogo di lavoro, è possibile aggiungere l’opzione alle modalità standard di lavoro.

Chi sono quindi i nomadi digitali, una categoria che è riuscita a conciliare l’esigenza di lavorare e di viaggiare?

  1. La categoria più corposa dei nomadi digitali è quella dei liberi professionisti o freelance, che hanno una clientela prevalentemente estera e che possono scegliere abbastanza liberamente da dove lavorare. Molto spesso, tra i criteri che vengono valutati per determinare il luogo di lavoro c’è quello della tassazione: a parità di condizioni di lavoro, è normale scegliere località che consentono un risparmio in termini di costi;
  2. La seconda categoria appartiene ai freelance in generale, ma con tratti talmente tipici che va descritta a sé, ovvero la categoria degli influencer. Amati e odiati, gli influencer vivono online: il loro obiettivo è infatti influenzare le scelte dei consumatori attraverso contenuti esclusivamente digitali, che si tratti di foto, video dirette e contenuti simili. Anche in questo caso, la scelta di dove lavorare può essere determinata liberamente. In molti casi, come per gli influencer nel settore turistico, viaggiare è anzi una prerogativa indispensabile;
  3. Ci sono poi coloro che hanno una loro attività che necessita di essere sviluppata attraverso confronti e arricchimenti con aziende in altri Paesi. Facciamo riferimento soprattutto al settore della tecnologia e ad altre industrie nascenti, che possono trovare livelli di sviluppo più avanzati in altri Paesi;
  4. Ci sono poi i dipendenti che hanno, per contratto, la libertà di lavorare da un Paese a loro scelta magari all’interno di determinate macroaree, come quella dell’Unione europea, dato che i contratti di lavoro subordinato possono avere maggiori restrizioni dal punto di vista della tassazione e contributivo.

Gli effetti del nomadismo digitale nella società attuale

Il nomadismo digitale è un fenomeno in costante crescita e che ha già fatto sentire i suoi effetti sulla società, sotto diversi punti di vista.

Dal punto di vista dello stile di vita, va sottolineato un miglior equilibrio tra lavoro e vita privata, dato che vengono tagliati i tempi, lo stress e anche i costi degli spostamenti a/da il luogo di lavoro. Lo stesso tempo può essere dedicato al lavoro, avendo più tempo per la propria vita privata.

Anche la situazione immobiliare subisce effetti: il fenomeno dell’affitto di case per periodi non superiori a 1 anno ha innescato una vera e propria lotta degli affitti, a discapito di chi cerca una sistemazione per periodi più lunghi. Gli affittuari hanno infatti una maggiore convenienza, anche economica, dagli affitti per 6 mesi/1 anno.

Ci sono poi le implicazioni economiche: i nomadi digitali decidono normalmente di vivere in posti in cui in luoghi in cui il costo della vita è basso, così come il livello di tassazione. Questo meccanismo apporta ricchezza alle zone di insediamento e inietta liquidità anche alle piccole attività.

Le conseguenze sono già evidenti: anche nei Paesi che, fino a pochi anni fa il costo della vita era bassissimo, i prezzi di beni e servizi sono aumentati, a discapito della popolazione locale.

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