l 25 settembre si avvicina e i politici cercano in tutti i modi di arrivare a più elettori possibili. E lo fanno anche su piattaforme precedentemente sconosciute al mondo della politica come Tik Tok. Da poche ore infatti Matteo Renzi e Silvio Berlusconi hanno creato un loro profilo ufficiale sulla piattaforma ricca di balletti e challange.
L’obiettivo? E’ chiarissimo: arrivare alla fetta di elettorato che va dagli appena maggiorenni a salire. Renzi nel suo scacchiere ha deciso di ricordare agli utenti di Tik Tok di essere l’uomo del ‘first reaction schock’, mentre Berlusconi lo fa sempre col suo piglio che lo ha reso celebre negli anni.
Entrambi hanno scelto un linguaggio giovanile. “Ciao ragazzi, eccomi qua!”. E’ stato l’incipit di Berlusconi, che ha usato un tono colloquiale per lanciare un messaggio chiaro riguardante le proposte politiche di Forza Italia. “Vi do il benvenuto sul mio canale ufficiale TikTok. Su questa piattaforma voi ragazzi siete presenti in oltre 5 milioni e il 60% di voi ha meno di 30 anni. Soffro di un poco di invidia ma mi faccio ugualmente tanti complimenti.
“Ho voluto aprire questo canale per parlare dei temi che più stanno a cuore a Forza Italia e al sottoscritto e che vi riguardano da vicino: parleremo e discuteremo del vostro futuro. Vi racconterò di come vogliamo rendere l’Italia un Paese che possa darvi nuove opportunità e la possibilità di realizzare i vostri sogni”, ha affermato Berlusconi, che già nei giorni scorsi aveva anticipato la sua “discesa” su TikTok.
I politici cercano voti dai giovani e sbarcano su Tik Tok
Invece, Renzi, nel suo primo video su TikTok, ha raccontato le tappe della sua vita e spiegato di debuttare in questo mondo per “trovare nuovi modi di dialogare” ricordando inoltre che mancano pochi giorni alle elezioni politiche 2022. “Per molti di voi – ha sottolineato – io sono un esperto di “First reaction shock” o di “Sgish”, linguaggi quasi più complessi del corsivo. Altri mi conoscono come ex presidente del Consiglio, il più giovane della storia repubblicana, ma soprattutto come sindaco della città più bella del mondo, di Firenze.
“Altri magari non conoscono pagine che per me sono state fondamentali per la mia vita: essere stato arbitro di calcio o capo clan, non camorra, boyscout. Quello che è fondamentale è che io sono stato e sono soprattutto un politico, uno che crede nella politica. E se vi va, qui ci siamo”, ha concluso Renzi.