La svolta sembra vicina e invece solo un altro buco nell’acqua. Dai primi risultati dei test effettuati dai Ris di Messina, i resti ritrovati in fondo alla Diga Garcia, lo scorso mese di Dicembre, non apparterrebbero ad Antonio e Stefano Maiorana, padre e figlio scomparsi misteriosamente il 3 agosto del 2007.
L’acqua bassa della Diga Garcia (vicino Monreale) aveva restituito i resti di due cadaveri, posti accanto ad una fune e ad un blocco di cemento. Il primo pensiero è andato subito ad Antonio e Stefano Maiorana, inghiottiti dal buio più di 10 anni fa. La famiglia, nonostante la tragica notizia del ritrovamento, sembrava aver trovato pace nel sapere con certezza che fine avessero fatto i due uomini, sperando finalmente di poter portare un fiore sulle loro tombe. Ma gli esiti degli esami effettuati dalla squadra dei Ris di Messina non fanno altro che infittire il giallo sulla loro tragica scomparsa. Quei resti, non appartengono a loro. Risalirebbero all’inizio degli anni 2000, dunque ben prima della scomparsa di Stefano e Antonio Maiorana.
Probabile nuova archiviazione del caso
Le ultime notizie potrebbero, purtroppo, rafforzare la richiesta di archiviazione dell’indagine sulla scomparsa dei Maiorana. La procura di Termini Imerese, in seguito ai mancati risultati, ha più volte richiesto l’archiviazione del caso, a cui però i familiari hanno continuato e continueranno ad opporsi, sollecitando delle nuove indagini. La decisione arriverà mercoledì 3 marzo, presso il Palazzo di Giustizia di Palermo.
La pista investigativa: un ricatto sessuale
Negli anni, nonostante le plurime richieste di archiviazione, la sete di giustizia della famiglia Maiorana non si è mai placata. Diverse le piste investigative ipotizzate. Dalla scomparsa volontaria alla pista mafiosa. Ma tra queste, la più probabile apparirebbe legata ad un ricatto sessuale. Antonio Maiorana (il padre) sarebbe entrato in possesso di un video a luci rosse con cui ricattava altri due noti imprenditori, soci come lui della società Calliope (che proprio nel 2007, aveva in mano un grosso investimento per la costruzione di un nuovo residence). Il movente non è stato ancora pienamente accertato. Certa è, invece, una grossa somma di denaro consegnata alla compagna dell’epoca di Antonio Maiorana, da parte di uno dei soci. Che si sia trattato di un ricatto in cambio del silenzio? Cosa è successo nei giorni precedenti alla misteriosa scomparsa? Da quanto ipotizzato dalla procura, il socio vittima del ricatto avrebbe tratto in trappola l’imprenditore il figlio Stefano, facendogli credere di volerlo coinvolgerlo in un importante affare. Il quell’incontro, padre e figlio sarebbero stati uccisi e fatti sparire.
Esclusa la pista mafiosa
E se il ricatto sessuale appare la pista investigativa più concreta, quella mafiosa è stata esclusa del tutto. Alcuni collaboratori di giustizia hanno, infatti, rivelato che durante il periodo della scomparsa sarebbe stato indetto un summit tra i boss della zona, che continuavano ad interrogarsi su chi avesse potuto rapire i due imprenditori senza prima aver ottenuto il loro consenso, lasciando scoppiare il caso. Una sorta di “indagine” indetta da Cosa Nostra. La scomparsa dei Maiorana, a detta sempre delle testimonianze dei collaboratori, interessò Salvatore e Sandro Lo Piccolo e il superlatitante Matteo Messina Denaro .
Adesso, resta da capire di chi siano i corpi ritrovati nella Diga e continuare a cercare padre e figlio Maiorana, per render loro giustizia.