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Il borgo di 600 persone in Sicilia con lo sfondo dell’Etna e un panorama sullo Ionio

Un affascinante borgo siciliano, abitato da circa 600 persone, si svela con uno scenario maestoso, Etna alle spalle e il Mar Jonio di fronte.

Borgo
Borgo- fonte: web

Alì Superiore, situato nelle colline della provincia di Messina, è comunemente conosciuto come la “veranda pensile sullo Jonio”, grazie alla sua favorevole posizione panoramica che offre uno splendido scorcio sul mare, con lo sfondo imponente del vulcano Etna.

Quest’area è rinomata non solo per la sua posizione privilegiata, ma anche per il ricco patrimonio architettonico, il clima mite e le cristalline sorgenti naturali che forniscono acqua fresca e limpida.

Le origini del borgo di Alì

La storia di Alì Superiore si divide tra un’origine greca, riflesso nel suo antico nome Elis, legato alla colonia greca Elide, e una possibile fondazione di stampo musulmano. Quest’ultima teoria suggerisce che il nome Alì sia un omaggio al Califfo Alì, genero di Maometto.

L’impostazione urbanistica del luogo ha radici in due distinti nuclei ben definiti:

L’insediamento, con probabili radici di ascendenza islamica, si sviluppò sulle pendici del monte Sant’Elena. Successivamente, nell’espansione avvenuta alla fine del Cinquecento, si estese sull’altura collinare orientale, culminando con la costruzione nel 1574 di un convento dedicato ai frati Cappuccini.

Cosa vedere nel borgo di Alì

Il Duomo di Sant’Agata ha le sue origini nel XVI secolo e ha dato forma all’insediamento principale, caratterizzato da strette e sinuose viuzze. Costruito interamente con pietra locale, il prospetto presenta tre porte d’ingresso. Prima del terremoto del 1783, la facciata ospitava il busto di Sant’Agata, purtroppo perduto durante il sisma. Tuttavia, la devozione alla Santa è ancora evidente nella parte superiore della facciata.

Duomo di Sant'Agata
Duomo di Sant’Agata- fonte: web

All’interno, la chiesa vanta una ricca collezione di opere d’arte, tra cui spicca un coro barocco raffigurante episodi della vita della santa. Oltre al Duomo, altri edifici sacri e palazzi nobiliari narrano la grandiosità di un’epoca passata, testimoniando la presenza di numerose congregazioni religiose e facoltose famiglie nobili.

La Chiesa del Santissimo Rosario, eretta nel XV secolo per volere della nobile famiglia Fama, ospita un elegante monumento funebre marmoreo che custodisce le spoglie di Pietro Fama.

Chiesa del Santissimo Rosario
Chiesa del Santissimo Rosario- fonte: web

La piccola Chiesa delle Anime del Purgatorio, costruita nel XVII secolo, presenta sul suo portale un bassorilievo settecentesco raffigurante la Madonna del Carmelo tra le anime purganti.

I Palazzi Fama, noti anche come Maggiore, sono caratterizzati da portali bugnati e mascheroni, mensoloni adornati con figure mostruose e ringhiere panciute in ferro battuto, riflettendo chiaramente l’influenza del manierismo michelangiolesco.

Infine per chi volesse tuffarsi nella piacevole atmosfera d’altri tempi, Alì conserva la sua tradizionale vocazione alla vita rusticana:

Riserva Naturale Orientata Fiumedinisi e Monte Scuderi

Questa riserva naturale è stata istituita qualche anno fa con l’obiettivo di preservare una zona ricca di biodiversità, sia dal punto di vista faunistico che floristico, che rischiava di essere compromessa dall’incuria umana.

Riserva Naturale Orientata Fiumedinisi e Monte Scuderi
Riserva Naturale Orientata Fiumedinisi e Monte Scuderi- fonte: web

All’interno di questo territorio protetto, è possibile ammirare esemplari di erica arborea e imponenti boschi di roverella, che includono tutte le specie presenti in Sicilia. Tuttavia, ciò che caratterizza principalmente la Riserva Naturale Orientata Fiumedinisi e Monte Scuderi sono i valloni e le aree più basse, conferendo al paesaggio un’identità distintiva. Tra i valloni, emergono le fiumare, considerate autentici laboratori di geologia a cielo aperto. Qui, è possibile osservare ciottoli di varia natura ed epoca, offrendo uno sguardo dettagliato non solo sulla storia delle profondità della terra, ma anche sulla natura fisica che ha caratterizzato il periodo dei Peloritani.

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