Il Castello Grimaldi in Sicilia : l’affascinante dimora immersa tra gli agrumeti siciliani, conosciamolo insieme.
Prima dei colori e delle proporzioni, prima di toccare le pietre del tredicesimo secolo e ammirare i ricami immacolati di un copriletto ottocentesco, dovremmo immergerci nei profumi, nel presente di una fioritura inebriante di zagare. Sulle pendici del Castello Grimaldi, su un’altura che si affaccia sull’Etna e domina la strada tra Catania e Caltagirone, si estende uno dei più vasti agrumeti della Sicilia. In quest’inizio d’estate, l’aria è pervasa da una nuvola freschissima dai toni verdi e bianchi.
Basta percorrere il suggestivo viale d’ingresso e il castello svela le sue porte a quella famiglia che, sin dal 1513, lo ha custodito con amore, ne ha avuto cura e lo ha riportato al suo antico splendore. Tutto ciò è stato possibile grazie alla collaborazione tra la baronessa Grimaldi e Andrea Perra, un architetto di grande sensibilità che viaggia tra Parigi e Catania seguendo le tracce del suo cuore.
La storia del Castello Grimaldi
Sono passati più di cinque secoli di storia, e se andiamo ancora più indietro nel tempo, scopriamo che nel 453 a.C., il popolo dei Siculi fondò la sua capitale proprio nella pianura ai piedi di questa rocca. Millecinquecento anni dopo, questo castello perse la sua funzione difensiva e, a partire dal Settecento, si trasformò nella “dimora della raccolta”. In quei tempi, come ci ricorda nelle pagine de Il Gattopardo, le famiglie nobiliari abbandonavano le loro residenze in città per trasferirsi nelle campagne dei loro possedimenti.
Anche oggi, questo luogo è un centro di raccolta, non solo per le migliori arance della Sicilia, ma anche per le memorie di casa, che sono state rinnovate con grande maestria. Questa ristrutturazione ha rispettato l’anima di ogni ambiente, conservando i suoi materiali preziosi e i suoi arredi storici, mentre aggiunge tocchi leggeri di ironia qua e là.
Come dice Andrea Perra, “In Sicilia, le case sopravvivono quando la proprietà si sposa con la casa”, e la baronessa Grimaldi ha sicuramente abbracciato il castello con tutto il suo cuore. L’incontro tra loro è avvenuto vent’anni fa, durante un ricevimento, quando c’è stato un gentile scambio di opinioni sulla tinta di una tenda. Un decoratore suggerì alla nobildonna un verde chiaro, ma il giovane Andrea propose un verde bosco, più intimo, silenzioso e profondo. Il verde bosco vinse, e così cominciò questa straordinaria danza tra passato e presente.
Le meraviglie del Castello Grimaldi
Colore talismano, il verde, colore della rinascita e della speranza anche nella ristrutturazione del castello Grimaldi. Verdi sono i meravigliosi gelsomini che crescono nel cortile interno e nella stanza della macina, ora living coperto, a dialogo con la pietra lavica e il tufo. E verdi sono le pareti del salotto del piano nobile, introdotto da una rivisitazione delle storiche panche di casata dove le alte spalliere, al posto del classico stemma dipinto, sono rivestite di tessuto rigato per materassi. Nel ritmo di una natura fantastica cresce anche un lampadario di grappoli di vetro di Murano che adorna la sala da pranzo. E al risveglio la luce che attraversa le foglie degli alberi, sfiora i pavimenti di cotto, diversi in ogni stanza, e si fonde con l’azzurro polvere di una camera da letto dove gli specchi sono altre finestre che segreta mente nascondono gli armadi.
Lasciando germogliare studio e curiosità, la baronessa Grimaldi e Andrea Perra hanno riletto le vecchie mappe catastali del castello e hanno ritrovato, invisibile nella sterpaglia, l’originale giardino arabo. Quasi uno scavo alla Pompei, una bellezza dimenticata che ora splende tra fontane, vasche settecentesche, e una è la piscina circondata da magnifici rosmarini, quinte di plumbago e rose bianche. A un passo, memoria di tutte le nostre memorie perché gli alberi ci precedono su questa terra, cresce un ficus trionfante e le sue radici sono il simbolo stesso dell’antica fa miglia. Radicandosi nel verde e nella natura, la vita continua e resta grande.