L’obiettivo di vaccinare il 70% della popolazione sarà raggiunto entro il 30 settembre ma col virus “dovremo convivere a lungo” e dunque “verosimilmente” sarà necessario fare un richiamo anti-Covid “ogni anno”. Lo dice Nicola Magrini, direttore generale dell’Aifa, in un’intervista al Corriere. Tuttavia “parlare in modo generico di terza dose è un messaggio che confonde.
Un richiamo anticipato non sarà per tutti, solo per gli immunodepressi come trapiantati, pazienti oncologici o coloro che fanno specifiche terapie immunosoppressive che è stato dimostrato beneficiano di una terza dose per raggiungere una buona immunità. Le persone che non appartengono a queste categorie possono stare tranquille: le due dosi già ricevute garantiscono una eccellente protezione”. Mentre la decisione di Israele di procedere alla terza dose per tutti “credo sia un eccesso di prudenza”.
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E infatti, guardando l’andamento della curva epidemiologica, “lo scenario ora è decisamente migliore grazie al vaccino e al green pass, fermo restando che bisognerà continuare a rispettare le regole di igiene e distanziamento”. Perchè in ogni caso “dovremo convivere a lungo con questo virus, per anni. Il fatto però che la crescita dei contagi, se guardiamo i dati della Gran Bretagna o di Israele, non abbia comportato un aumento dei ricoveri – aggiunge – ci porta a vedere positivo. Continuiamo a puntare sui vaccini”.
Ancora, secondo il dg dell’Agenzia italiana del farmaco, “se Unione europea, Usa e Nord del mondo l’hanno governata” la pandemia, “si arriverà al controllo globale grazie ad una politica di redistribuzione dei vaccini. Noi siamo al 70% della copertura, in molte parti del Sud del mondo non raggiungono il 10%. Di questo ci occuperemo nel prossimo G20”.