Nelle immagini che hanno fatto il giro del mondo, il presidente turco Erdogan offre un posto a sedere al Presidente del Consiglio europeo Michel, mentre Ursula von der Leyen, la Presidente della Commissione, viene lasciata in piedi. Visibilmente imbarazzata, la donna viene poi fatta accomodare su un “sofa” distante dai due uomini. Il gesto ha sollevato aspre critiche, definendolo uno “sgarbo diplomatico“.
Questione di protocollo?
“È stato seguito il protocollo standard”. Queste le parole del Presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, sul trattamento riservato alla collega Ursula. A confermare la sua dichiarazione, anche il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu: “Non è la prima volta che accogliamo un ospite straniero. Durante l’incontro è stato rispettato il protocollo”.
La donna e l’Islam
Ciò che inevitabilmente traspare è la visione che l’islam più radicale ha della donna. Solo due settimane fa, il Presidente Erdogan ha deciso di ritirare la Turchia dalla Convenzione di Istanbul “sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica”. Mossa che non è affatto piaciuta alla Von der Leyen, che ha così commentato: “Sono profondamente preoccupata per il fatto che la Turchia si sia ritirata dalla Convenzione di Istanbul. Si tratta di proteggere le donne e i bambini dalla violenza. E questo è chiaramente un segnale sbagliato in questo momento”.
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Così l’Europa non difende i suoi valori
Sulla carta, la presenza della Von der Leyen e di Michel doveva mostrare al mondo intero l’indissolubile forza dell’Unione Europea, ma così non è stato. Inoltre, se il Presidente del Consiglio europea avesse ceduto il proprio posto alla collega, avrebbe rimarcato con forza l’indiscutibilità di certi valori, capisaldi della nostra cultura. A cosa serve parlare di politcally correct, battaglie per la parità di genere se poi è l’Europea per prima a tirarsi indietro?
Il radicale nazionalismo di Erdogan vs l’UE
Il “sofagate” sembra inoltre avvalorare le intenzioni politiche di Erdogan. Se inizialmente il suo obiettivo era quello di avvicinare la Turchia all’Unione europea, da un paio di anni a questa parte il Presidente turco ha cambiato rotta. La sua politica nazionalista, sta trascinando il Paese nel più profondo radicalismo islamico, ed Ankara ne è la maggiore finanziatrice.