Il test di Medicina: gioia, delizia, ma anche dolore per gli studenti che sognano di indossare il camice bianco. Quest’anno a passare la prova e iniziare a frequentare il primo anno accademico sarà solo 1 alunno su 6. Gli altri 5 dovranno optare per altro, in primis biologia, farmacia e professioni sanitarie.
Nell’ultima prova, datata 2021, il numero di ricorsi, questa volta legati a delle domande sbagliate, sono stati numerosi. Proprio da queste problematiche la ministra dell’Università Maria Cristina Messa ha dichiarato che sta pensando di cambiare drasticamente la modalità della prova selettiva.
Test di Medicina: “Nulla sarà più come prima”
È di poche ore fa l’intervista della Messa al quotidiano Il Tempo: “Le polemiche sugli errori del test di Medicina? L’anno prossimo vorrei istituire un controllo esterno di terzo livello, prima di rilasciare le domande. Per ora, infatti, per garantire la massima riservatezza ed evitare che ci possano essere delle uscite antipatiche di alcune domande, tutto il controllo è in capo alla Commissione che predispone il test. Ma per evitare anche errori materiali servirebbe un occhio esterno per l’ultima supervisione. Rispetto al sistema di selezione – aggiunge – sono per costruire un gruppo di lavoro per studiare eventuali alternative alla procedura attuale”.
La proposta sul futuro test di Medicina si divide in due punti: “La prova deve restare nazionale e il numero per l’accesso programmato deve rimanere basato sul fabbisogno che esprimono le Regioni.” Queste le due premesse, alle quali la Ministra aggiunge: “C’è poi la fase pre-test, quella dell’orientamento e dell’auto-valutazione. Su questa ci stiamo attivando per far in modo che testi e siti di esercitazione possano essere disponibili per i ragazzi a partire dalla scuola e senza costi per le famiglie”.
Test di Medicina: rimarrà il numero chiuso
Sembra però certo, che, al netto dei miglioramenti che ha intenzione di applicare la ministra Messa, il numero chiuso non sarà superato, nonostante la Ministra veda nitido il conflitto: “La contraddizione tra pochi laureati che oggi abbiamo in Italia e posti limitato per i quali è previsto l’accesso programmato è evidente”. Ma è la stessa Messa ad escludere l’abolizione del numero chiuso per medicina: “È un discorso che va affrontato con serietà. È vero che la formazione dovrebbe essere aperta, ma è anche vero che formare tante figure che poi non hanno una ricaduta sociale e lavorativa rischierebbe di creare ulteriori problemi e tensioni.”
Leggi anche: