Il nostro modo di bere potrebbe cambiare radicalmente con il “vinello” ecco cosa è e tutti i dettagli sull’uso di questo prodotto.
La recente riforma britannica sul vino apre le porte ai “Piquette”: prodotti ottenuti da scarti di vinacce. A partire dal primo gennaio 2024, nel Regno Unito cesserà il divieto di produzione e commercializzazione di tali prodotti. La riforma annunciata dal governo inglese per il 2024 include anche “dealcolati” e “vinelli”. Risultato di una consultazione pubblica conclusa il 16 ottobre scorso (Wine: reforms to retained EU law), il nuovo schema presenta una serie di modifiche volte a semplificare alcune pratiche del settore vinicolo, stimolare gli investimenti e alleviare gli oneri sull’industria di settore.
Vinelli: cosa sono
Per quanto concerne le pratiche enologiche, prima di tutto vi è una modifica della stessa definizione di vino per permettere la produzione e la commercializzazione dei vini a basso tenore alcolico e dei prodotti privi di alcol, in conformità con quanto stabilito dall’Unione Europea. Ma non è tutto qui. Nel documento si approva anche l’uso dei “Piquette” (comunemente chiamati “vinelli”), che rappresentano bevande fermentate a basso contenuto alcolico ottenute mediante l’aggiunta di acqua alle vinacce (ossia bucce, raspi e così via). Di fatto, si tratta di un metodo per recuperare gli scarti del processo di vinificazione.
Stop al divieto
Dal primo gennaio 2024, nel Regno Unito verrà abolito il divieto di produzione e commercializzazione dei “Piquette”. Secondo il documento, “L’eliminazione di questa restrizione consentirà ai produttori di vino di trarre profitto da ciò che altrimenti sarebbe un sottoprodotto del processo di vinificazione”. Tuttavia, si sottolinea che tale categoria sarà sottoposta a restrizioni commerciali al fine di prevenire confusioni con i prodotti vitivinicoli. In particolare, nell’ambito del sistema tariffario, continuerà a essere classificato come NC 2206 (altre bevande fermentate), che comprende anche prodotti come sidro, perry e idromele.
La riforma inglese
Oltre alla questione dei “Piquette”, la Riforma dovrebbe anche approvare l’uso delle varietà ibride nella produzione di vini a denominazione di origine e indicazione geografica. Questo rappresenterebbe una strategia per contrastare le malattie delle piante e i cambiamenti climatici. Ci sono anche novità riguardo all’importazione: nello specifico, viene abolito l’obbligo di indicare il nome dell’importatore sull’etichetta, al fine di semplificare le procedure commerciali e consentire l’utilizzo della stessa etichetta sia per il mercato UE che per quello britannico.
Infine, sempre con l’obiettivo di semplificare, verrà consentita l’adozione di tappi diversi per gli spumanti – non solo quello a fungo – e la possibilità di coprirli con pellicola di alluminio, al fine di ridurre i costi di imballaggio e di materiale.
La soddisfazione delle associazioni inglesi
“Accogliamo con favore le misure annunciate oggi dal Governo” è il commento di Miles Beale, direttore generale dell’Associazione del Commercio di Vini e Liquori. “In particolare l’eliminazione delle norme restrittive sull’etichettatura degli importatori ridurrà significativamente l’impatto post Brexit della necessità di avere un’etichetta unica nel Regno Unito. Il che manterrà il Regno Unito come un mercato di destinazione attraente e sosterrà il nostro obiettivo affinché i consumatori britannici continuino ad avere accesso alla più ampia scelta possibile di vino da tutto il mondo”.