Palermo piange la scomparsa delle due giovani Chiara Ziami e Alessia Bommarito, morte entrambe in un brutale incidente avvenuto ieri sera in Viale Regione Siciliana. Le due, a bordo di una Panda bianca, hanno perso la vita. Ad essere coinvolti nell’incidente palermitano anche un furgoncino e uno scooter Yamaha 400. Chiara Ziami è morta sul colpo. Alessia Bommarito, invece, è deceduta nella notte mentre all’ospedale Villa Sofia tentavano in tutti modi di salvarle la vita.
Nell’incidente sono rimaste inoltre ferite altre 6 persone tra cui una bambina. Nell’auto con le due giovani c’era anche un 17enne. Il suo nome sarebbe Daniele. Al momento il giovane si trova a Villa Sofia. Chiara e Alessia erano legate da un’amicizia molto profonda, insieme al giovane Daniele.
I tre spesso scherzavano sui social con meme e battute durante la giornata. Ad evidenziarlo il profilo Facebook dei protagonisti. Addirittura Chiara nel suo profilo, nell’immagine di copertina, aveva una foto in cui tutti e tre gli amici si abbracciavano gioiosi.
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Chiara e Alessia: storia di un’amicizia profonda
Non sono mancati i messaggi di cordoglio per le due. “Siamo sconvolti, sì. Io non l’ho mai allenata perché, ai tempi, era nel settore giovanile della Ludos Palermo, ma la conoscevo e c’è tanto dolore. Sto ricevendo tantissimi messaggi in whatsapp di lacrime senza fine”. Ad usare queste parole a LiveSicilia per una delle due, Alessia, è Antonella Licciardi, grande allenatrice del calcio femminile. Infatti Alessia Bommarito aveva una passione sfrenata per il calcio e da anni praticava questo sport a livello agonistico: “Una centrocampista molto generosa, una ragazza che, sul campo, non mollava mai”, conclude l’allenatrice.
A Chiara Ziami, invece, nel suo profilo spuntano molti ricordi: “Eri una persona meravigliosa, facevi diventare una giornata buia e cupa la giornata più allegra e divertente di sempre. Abbiamo condiviso tutto e ci siamo volute bene veramente, non ho più parole per descrivere ciò che provo, so solo che il vuoto che ho dentro non si può colmare”. Una ferita incolmabile per coloro che le hanno conosciute nei loro brevi venti anni di vita.