Infermieri. Il 2 novembre il sindacato Nursing Up, che da anni difendei loro diritti, ha proposto uno sciopero.
Ci sarà solo questo e non una manifestazione per seguire ligiamente le regole del nuovo Dpcm. Fortunatamente una manifestazione fisica è già stata fatta a Roma, con esattezza al Circo Massimo, il 14 ottobre scorso. Da qualche settimana in questo blog stiamo cercando di raccontare il mondo delle Professioni Sanitarie. Con i suoi protagonisti che ci raccontano le loro testimonianze, i loro frammenti di vita vissuta e di lavoro, che spesso coincidono, e i loro punti di vista. Perché è facile fare gli applausi, cantare dai balconi Rino Gaetano, fare il post sdolcinato su Facebook, ma gli infermieri vogliono i fatti. Per capirne di più abbiamo contatto Giuseppe Pollina, referente e addetto stampa di Nursing Up nella sezione palermitana. Lui è uno dei tanti infermieri che cerca di difendere i suoi colleghi. Ecco come ha risposto alle nostre domande.
Quali sono le motivazioni che vi hanno portato allo sciopero?
Ci sono tante motivazioni che ruotano attorno a questa forma delicata di protesta:
- Gli infermieri chiedono una contrattazione separata dal comparto medico. Un infermiere, per diventare tale, deve ormai studiare. Non ha senso considerarlo come uno dei tanti lavori svolti all’interno dell’ospedale
- Ormai un infermiere per lavorare deve possedere una laurea, che ancora non è considerato dal punto di vista contrattuale. Siamo definiti i più bravi di Europa nel nostro settore, ma siamo i meno pagati. Perfino la Grecia ci ha superato.
Quanto guadagna in media un infermiere?
Un infermiere guadagna in media 1500 euro. Ripeto siamo i meno pagati d’Europa. Poi si aggiungono le indennità che certe volte arrivano a solo un misero euro.
Abbiamo raccontato del bando deserto dell’Asp. Come se lo spiega lei?
La maggior parte dei colleghi, per quanto la domanda fosse allettante, non ha accettato. Il contratto proposto era solo di pochi mesi, nulla di più. Una persona adulta non può rischiare di perdere un lavoro stabile, per esempio in una RSA, per andare verso un lavoro a tempo determinato.
Siete stati tanto elogiati. Alla vostra categoria ha fatto piacere?
Gli elogi dei cittadini fanno tanto piacere. Dopo due mesi siamo stati dimenticati e non fa piacere. L’importante è che non ci chiamate eroi. Come diceva un saggio:”Salva una vita e sei un eroe, salva cento vite e sei un infermiere”. Questo storia degli eroi dà molto fastidio.
Alla luce di tutto ciò, consiglierebbe ad un giovani di fare gli infermieri?
È un vita tosta. Lo consiglierei, se venisse riconosciuto di più il nostro mestiere dalle istituzioni .Questo è un lavoro che dà tante soddisfazioni, soprattutto umane.
In questo blog è stata raccontata la storia di Vincenzo, uno come tanti, che è partito in Irlanda per fare l’infermiere.
Negli altri Stati c‘è un riconoscimento della professione, qui manca quello contrattuale e sociale. Così furbamente Germania, Francia, Irlanda, si accaparrano i bravissimi e preparati infermieri italiani . E i ragazzi ne sono contenti. In Germania, ad esempio, fanno contratti di 2.000€ al mese. Ti offrono una casa a poco prezzo e un corso per imparare la lingua di quel Paese. Ecco da cosa nascono i cervelli in fuga.
Ultima cosa. Quanti infermieri in più ci dovrebbero essere in Italia?
Prima del Covid-19 si pensava circa 60.000. Oggi, durante la seconda ondata, si dice che solo in Lombardia servono 10.000 infermieri in più per la tanta mole di lavoro.