Massimo Midiri, Medico Chirurgo – Professore Ordinario, specialista in Radiologia Diagnostica ha da poco lanciato la sua candidatura alla guida dell’Università di Palermo. la nostra Maria Pia Scancarello è andata a fare alcune domande che ci aiutino a conoscerlo meglio e a conoscere gli obiettivi che si pone.
Raggiungiamo il Prof. Midiri nel suo ufficio all’interno della Scuola di Radiologia che dirige e gli rivolgiamo alcune domande che ci aiutino a conoscerlo meglio e a conoscere gli obiettivi che si pone, candidandosi alla guida dell’Ateneo Palermitano. In una lunga chiacchierata il Prof. Midiri ci parla delle sue idee e dei suoi progetti di rilancio di Unipa. Sostenibilità, Semplificazione e Welfare sono alcune delle parole chiave del programma elettorale che Midiri si propone nella sua corsa al rettorato. Ma anche coinvolgimento degli attori principali e dei destinatari delle politiche universitarie, oltre che intercettazione di risorse economiche alternative a quelle ordinarie. Ringraziamo il Prof. Midiri per il tempo che ci ha dedicato e riportiamo di seguito le domande con le relative risposte.
Quali sono i motivi che l’hanno indotta a proporre la sua candidatura a Rettore di Palermo?
La mia candidatura nasce come completamento di un percorso fatto in questi anni all’interno delle strutture universitarie. In particolare l’ultima esperienza come consigliere di amministrazione di ateneo per me è stata straordinariamente formativa e mi ha aiutato a comprendere a fondo i meccanismi alla base di una struttura complessa come l’università. Credo sia necessario, innanzitutto, per chi vuole ricoprire il ruolo di Rettore, comprendere a fondo la complessità di questo sistema. In secondo luogo ho deciso di scendere in campo perché considero l’università come uno strumento sociale straordinario, un motore ecologico che produce più di quanto consuma, in cui le ricchezze dei singoli contributi dei docenti si devono tradurre in un vantaggio netto di crescita per tutti. L’università deve intercettare i bisogni della società in cui è inserita e ha il complesso ruolo di creare cittadini consapevoli. Non solo quindi un sistema in cui avviene un trasferimento di saperi e conoscenze tra professori e studenti, ma appunto un motore ecologico che produce ricchezza intellettuale.
Qual è la sua idea di università del futuro?
Credo che l’Università di Palermo debba ambire al ruolo di polo di formazione transfrontaliero, che si apra anche ai paesi del mediterraneo e che dia ad esempio la possibilità a paesi come Tunisia e Marocco di mandare da noi i loro studenti, piuttosto che in altri paesi europei più lontani. Immagino una struttura universitaria che sia non solo un luogo in cui conseguire delle lauree ma anche uno strumento essenziale di politica, che però si mantenga lontano e indipendente dalla politica stessa.
Ci spieghi meglio in che senso? si riferisce agli avvenimenti del recente passato che hanno visto l’attuale Rettore candidarsi per ricoprire una carica politica?
Si, esattamente. Ma il mio riferimento non è polemico, fa semplicemente parte di una mia impostazione, perché ognuno di noi ha un proprio rigore etico. Se dovessi divenire il nuovo Rettore una delle prime azioni che porterò avanti sarà quella di regolamentare la totale incompatibilità del ruolo di Rettore con qualsiasi carica politica. Il Rettore di una università, nel momento in cui viene eletto stipula un patto elettorale di 6 anni con i propri elettori e non è immaginabile che possa fare altro. Con questo non intendo dire che il Rettore non debba in nessun modo avere a che fare con la politica, anzi, un Rettore deve poter dialogare con la politica, con tutta la politica, ma non può avere parti della politica all’interno della la propria istituzione.
Cosa ne pensa della didattica a distanza? Lei pensa si possa utilizzare in futuro per venire incontro alle esigenze di particolari categorie di studenti?
Sono convinto che la didattica frontale sia un momento importante e imprescindibile di grande empatia, tra studenti e professori. Certo, la didattica on line può avere delle potenzialità, potrebbe ad esempio risolvere in alcune situazioni il problema della capienza delle aule ad esempio. Però potrebbe anche diventare un boomerang straordinario se non fatto in maniera corretta. Se tutto venisse fatto a distanza allora non ci sarebbe differenza tra le università e qualcuno a quel punto potrebbe anche scegliere l’università telematica o pensare di potersi laureare in altre Università d’Italia.
Considerando l’attuale offerta formativa dell’ateneo, quali sono le novità che intende proporre?
Uno degli obiettivi del futuro mandato, chiunque dovesse essere eletto Rettore, credo debba essere quello di migliorare in maniera consistente l’offerta formativa, soprattutto quella relativa alle lauree magistrali. Attualmente infatti, molti studenti scelgono di andare in altre università, per avere l’opportunità di conseguire un titolo di studio spendibile nel mondo del lavoro. E nella situazione attuale, l’Università di Palermo da questo punto di vista risulta deficitaria. Sarà dunque uno dei miei obiettivi principali quello di fare in mondo che questa spendibilità del titolo di studio, venga ricreata e riformulata, così da essere più attrattiva per il mondo del lavoro.
Parliamo di poli decentrati (Agrigento e Trapani), qual è la sua idea rispetto al ruolo che debbano avere?
Credo che i Poli Decentrati possano avere un ruolo importante, se considerati in maniera corretta e adatta al ruolo che gli è imputato di svolgere. Immaginare di fare delle sedi universitarie in piccolo in questi poli a mio avviso è un errore. Al contrario, pensare di affidare a questi poli le attività didattiche e culturali proprie del territorio, seguendo le vocazioni e peculiarità delle varie città in cui sono collocati, diventa uno straordinario strumento per gli studenti per poter fare a casa loro cose che poi il mondo del lavoro richiede facilmente. Quindi immagino il decentramento nell’ottica della collaborazione alla offerta formativa globale, in cui si svolgono delle attività complementari a quelle della sede centrale, e non come una maniera per creare delle università in piccolo. In questa ottica li vedo in maniera molto positiva.
Gli studenti spesso lamentano una difficoltà generale nello svolgimento delle proprie pratiche universitarie. Crede sarebbe opportuno implementare ed ampliare i servizi di segreteria per accelerare lo svolgimento delle pratiche universitarie?
Assolutamente si. Oggi i nostri studenti hanno troppe difficoltà da affrontare nello svolgimento delle pratiche burocratiche necessarie alla loro attività universitaria. Ci sono file troppo lunghe davanti agli uffici. Immagino che una delle vie da seguire possa essere quella di potenziare la piattaforma digitale, per fare in modo che molte procedure vengano snellite a monte. Oggi abbiamo capito che con internet è possibile fare quasi tutto e credo che bisogna fare in modo di utilizzare gli strumenti informatici per limitare le attese e migliorare i servizi di segreteria. In ogni caso ritengo che le segreterie vadano comunque potenziate, con orari più diluiti nell’arco della giornata e istituendo più giornate di apertura durante la settimana. Rendere più efficienti questi meccanismi è essenziale, perché la qualità dei servizi percepiti gioca un ruolo molto importante nella scelta di una università da parte dello studente. Chi decide di iscriversi all’Università di Palermo deve sapere che l’ateneo pensa agli studenti e alle loro necessità e ha come obiettivo quello di facilitargli la vita da studente. Inoltre credo che bisogna potenziale l’aspetto relativo ai servizi per gli studenti che vengono da fuori, attuali e potenziali. Ad esempio ritengo che l’Università possa avere un ruolo nell’aiutarli a trovare un alloggio che non sia troppo dispendioso, o nel contribuire a rendere più ricca e interessante la loro vita sociale. Perché università non è solo il momento della didattica, la socialità gioca un ruolo fondamentale, per questo credo che vadano anche arricchite e migliorate le strutture sportive universitarie, che rappresentano un momento aggregativo fondamentale.
Laureati UNIPA e mondo del lavoro. Pensa si possa fare qualcosa in più per potenziare le iniziative dell’ateneo atte ad accompagnare meglio l’accesso dei laureati all’università di Palermo nel mondo del lavoro e delle professioni?
Oggi lo studente non rimane a studiare a Palermo perché crede che il titolo di studio conseguito nel nostro ateneo non sia spendibile nel mondo del lavoro. Dobbiamo invertire questa tendenza e anche cambiare prospettiva. Non è detto che un ragazzo che si laurea a Palermo debba trovare lavoro nella stessa città o in Sicilia. Deve però avere le stesse opportunità degli altri studenti di accedere al mondo del lavoro. Io immagino in questo senso delle collaborazioni con delle aziende anche del nord, attraverso ad esempio stage formativi della durata di 6 mesi, che possano mettere in collegamento lo studente con l’azienda e fargli sperimentare per un periodo ragionevole l’applicazione delle conoscenze in ambito lavorativo. A quel punto anche le aziende conoscerebbero meglio i nostri validi studenti e potrebbero anche decidere di assumerli. Bisogna mettere in campo una serie di politiche di trasformazione della didattica che abbattano la diffidenza degli studenti ad iscriversi a Palermo e aumentino le loro opportunità di inserimento nel mondo del lavoro.
Qual è la sua ricetta per consentire alla nostra univerasità di scalare le varie classifiche di qualità e raggiungere posizioni più consone all’antico prestigio del nostro ateneo?
Quanto detto finora penso possa concorrere a rendere più attrattiva ed efficiente la nostra Università e quindi farle scalare le classifiche di qualità. Penso inoltre che una delle ricette vincenti in questo senso si anche quella di puntare sul concetto di Welfare sia per gli studenti che per tutto il personale, amministrativo e docente. E infine fare in modo che la nostra Università sia armonicamente inserita nel nel substrato socio economico della nostra terra.
Qualche anticipazioni su quelli che pensa saranno i punti salienti del suo programma elettorale?
Il mio obiettivo è quello di elaborare un programma il più possibile condiviso con gli elettori, di costruirlo insieme a loro. Io penso che il programma elettorale non dovrebbe essere scritto dal candidato stesso ma il candidato Rettore dovrebbe avere la capacità di intrepretare i bisogni di una comunità ampia come quella universitaria, prenderne spunto e tradurli in un momento di sintesi. E questo è quello che io mi impegnerò a fare.
Sicuramente ci sono dei temi centrali già delineati come obiettivi. Uno dei temi centrali sarà sicuramente la Sostenibilità Economica. Un ateneo che voglia gareggiare ad armi pari con gli altri atenei italiani, per colmare il divario tra università del nord e del sud, deve essere un ateneo capace di trovare opportunità alternative di finanziamento, intercettare risorse nazionali ed europee e concorrervi attraverso la progettazione. Non si può pensare di essere competitivi facendo uso soltanto dei finanziamenti ordinari, significherebbe aver perso la partita in partenza. il margine di utilizzo dei finanziamenti ordinari infatti è di circa 1-2 milioni all’anno, decisamente insufficienti per soddisfare tutti i bisogni di un ateneo, soprattutto quelli come il nostro che necessiterebbero di interventi costosi, come quelli nel campo dell’edilizia. L’edilizia universitaria non può essere esclusivamente una edilizia di emergenza, abbiamo strutture vecchie, fatiscenti, a volte non adeguate, a volte fuori norma, non possiamo pensare di apportare dei miglioramenti sperando esclusivamente nei finanziamenti ordinari, avremmo perso la partita in partenza. Per questo immagino di mettere su una cabina di regia capace di intercettare fondi di finanziamento alternativi a quelli ordinari per sostenere grandi progettualità. Un sistema che possa coniugare la capacità di progettazione propria dell’ateneo, perché abbiamo al nostro interno i professionisti migliori, e l’intercettazione di fondi esterni.
Un altro tema centrale sarà quello della Sostenibilità Energetica, facendo in modo che tutti i plessi, con politiche di finanziamento, possano intercettare facilitazioni per l’installazione di pannelli fotovoltaici, ridurre i consumi, diventare plastic free, generare energia pulita. Stessa cosa per quel che riguarda i trasporti all’interno delle strutture universitarie.
Altra parola chiave del mio programma elettorale e tema fondamentale dell’azione che voglio portare avanti, è la semplificazione. Uno dei temi più spinosi che portano gli stessi docenti universitari ad avere grosse difficoltà anche ad avviare progetti di ricerca. la nostra burocrazia deve essere semplificata. Il docente deve avere uffici che provvedono alla formulazione dei progetti di ricerca. Lui deve dare l’idea e gli operatori amministrativi devono poter essere in grado di preparare il progetto. Questo ovviamente prevede anche un rafforzamento della formazione del personale amministrativo e delle sue competenze, attraverso investimenti sulla loro formazione. Oggi per arrivare alla elaborazione di una pratica ci vogliono circa 9 passaggi con conseguente rallentamento di tempistiche. Per questo molti colleghi rinunciano a priori, perché vedono una tale difficoltà nel fare ricerca che preferiscono non affrontare questa salita, visto che contemporaneamente sono oberati dalle pratiche lavorative quotidiane. La ricerca deve essere incentivata, e non scoraggiata dalle lungaggini burocratiche.
Infine, come si immagina il Prof. Midiri il Rettore del futuro? Cosa vorrebbe dire agli studenti dell’UNIPA?
Sarà forse per deformazione professionale dell’essere un medico, ma immagino un Rettore che si prenda cura in senso globale degli studenti. Gli studenti che scelgono Palermo devono sapere che c’è una struttura universitaria che pensa a loro da ogni punto di vista. Lo studente deve capire che per la struttura universitaria lui non è solo una tassa che serve per sostenere economicamente i servizi, ma è il nostro obiettivo principale.