Isabella Ferrari e la sua confessione in un’intervista piccante dove rilascia dettagli su quella che è stata l’inizio della sua attività.
In un’intervista estesa rilasciata a “7”, il rinomato volto del cinema ha evocato episodi di inizio carriera, addirittura i primi provini a cui si presentava…
In un’ampia conversazione con “7”, un supplemento del “Corriere della Sera”, l’affermata attrice Isabella Ferrari ha fatto il punto: esaminando la vita, la carriera, gli amori, sono stati toccati vari temi.
“La vita mi ha riservato sorprese: innanzitutto il successo, poi l’incontro con l’uomo che sarebbe diventato mio marito, e il terzo figlio.
L’adolescenza
Con oltre 50 film all’attivo, Isabella Ferrari emerge come un’icona incontrastata del nostro cinema.
Ma quali dettagli emergono riguardo alla sua vita antecedente al successo? “La mia adolescenza? Spezzata in due. Nella prima parte frequentavo i concorsi di bellezza accompagnata da lei, nella seconda ero già a Roma, famosa. […] Ero stonata e non sapevo cantare, ma qualcuno, chissà perché, pensò che potessi farlo. Mi mandarono a Castrocaro e misero la mia faccia in copertina. Qualche anno fa mi ritrovo in un locale di Milano e qualcuno mette su la mia canzone. È stata una vertigine.“
Registi e produttori, le avance
Del notevole trionfo di “Sapore di mare,” Isabella Ferrari serba soltanto memorie favorevoli: Carlo Vanzina è ricordato come “un vero signore,” e il trionfo che ne scaturì si rivelò eccezionale e determinante per il suo avvenire professionale:“All’improvviso mi fermavano per strada: per tutti ero Selvaggia, Selvaggia e basta”.
Tuttavia, non mancano ricordi meno gradevoli, associati alle interazioni con alcuni produttori e alle loro insistenti avance:
“A volte ho ancora paura ad entrare nella stanza di un produttore. Lui che dice “alzati la maglietta che voglio vederti il seno”, tu che sei molto giovane e lo fai perché pensi sia fondamentale per poter fare il film. Non mi sono mai venduta, proprio mai. Però mi sono alzata quella maglietta e quanto mi è dispiaciuto, quanto mi ha ferito, quanto è difficile riconoscerlo, oggi.“