C’è qualcuno che, spesso, è più in ansia dei giovani universitari, prossimi a sedersi sulla sedia da cui prende il via il proprio futuro, quello nel mondo degli adulti.
C’è chi brama nell’ombra, da dietro il sipario, quella pergamena che segna un percorso di vita importante; c’è chi fa il segno della croce, compra santini, prega ogni notte.
Dietro ogni studente, insomma, ci sono due angeli.
C’è un papà che lavora duro per mantenere gli studi dei ragazzi e torna a casa soddisfatto e c’è una mamma, che accudisce, consola, ascolta gli sfoghi, consiglia.
La laurea – è noto – spesso vale come riscatto sociale.
Essa diventa, per molti genitori di umili origini, l’obiettivo che i figli devono raggiungere ad ogni costo per riscattare la povertà familiare, un modo per “aprirsi la strada” e uscire dal tormentone “disoccupazione”. Papà e mamma, insomma, sognano per i propri “pargoli” una vita migliore della loro, proprio grazie al “pezzo di carta”.
E poi finalmente succede. Li vedì lì, seduti dietro di te in quel giorno così importante. Li vedì lì con i fazzoletti e le lacrime agli occhi, rossi in viso, fieri e orgogliosi comunque vada.
E nessuno lo sa, ma c’è da giurare che dentro di loro ci sia una vocina che ripete che il sogno si è avverato e non pesano affatto tutti i sacrifici, le rinunce. Anzi, ne farebbero ancora e ancora.
Mi viene in mente, istantanea, la storia di Orsola Savoca e Gioela Vicari, madre e figlia, che hanno conseguito insieme la laurea in Scienze pedagogiche e dell’educazione con 100/110 proprio qui a Palermo. Una storia che tocca le corde del cuore.
La ragazza infatti, da 25 anni costretta su una sedia a rotelle senza poter parlare e senza alcuna possibilità di movimento se non attraverso gli occhi a causa di una rarissima malattia, riesce a comunicare con gli altri attraverso il battito delle palpebre che, tramite un sofisticato computer, viene tradotto in frasi.
È stato grazie all’amore e all’aiuto della madre che in soli cinque anni, insieme a lei, ha conseguito la laurea.
Sacrifici per amore.
Ma la storia universitaria ne è piena.
Quante verità!
Complimenti Giada…con questo testo hai toccato il cuore di tante mamme, ma soprattutto il mio…Grazie per le emozioni che trasmetti…perchè come un bravo pittore hai saputo delineare i contorni di un’esperienza vissuta da molti, ma soprattutto da chi nella passione per lo studio ci mette l’anima e cerca di trasmetterla ai propri figli, in un sistema scolastico che spesso infrange i sogni dei ragazzi e la loro la buona volontà e tenacia.
Continuerò a lottare per trasmettere loro ciò in cui credo, nonostante le delusioni, a prescindere da quello che tu definisci riscatto sociale, ma semplicemente per passione e desiderio di accrescere le proprie conoscenze e abilità per essere sempre più competenti, in un modo complesso che cambia velocemente . Grazie….per avermi offerto questo spunto di riflessione….PL