Questa mattina i ristoratori palermitani sono scesi in piazza per rivendicare il diritto al lavoro. La manifestazione pubblica si è svolta in modo pacifico. L’obiettivo era quello di far sentire la voce di migliaia di imprese e lavoratori che sono allo stremo dopo un anno di emergenza legata al Coronavirus.
La protesta civile è stata organizzata dai settori della ristorazione e degli eventi (Fipe Confcommercio Palermo, Silb locali da ballo, l’Assocom e l’Associazione wedding planner). Lo slogan era: “Ripartiamo insieme”.
Doriana Ribaudo, ristoratrice e componente del direttivo della FIPE Palermo, dichiara: “La nostra priorità è tornare a lavoro. Non chiediamo sussidi. Abbiamo sempre lavorato. Negli ultimi 3 mesi siamo stati chiusi 2 mesi. Qualsiasi ristoro sarebbe insufficiente ma ad oggi non abbiamo visto nemmeno quello e senza dubbio è ormai diventato urgente quanto aprire per evitare che tante aziende collassino.
Tanti colleghi con l’elemosina dei ristori dati hanno dovuto scegliere se mantenere in vita le attività o pagarci gli affitti di casa e i figli all’università. Alcune banche hanno anche inviato circolari alle filiali per non concedere prestiti, nemmeno ipotecari o garantiti, alle partite iva del settore turistico e della ristorazione. L’unica speranza che abbiamo è contare su noi stessi ma possiamo farlo soltanto lavorando.”
Finalmente buone notizie per i ristoratori
Nello stesso giorno della protesta arriva un importante traguardo per Fipe-Confcommercio e Fiepet Confesercenti. Dopo il confronto delle ultime settimane con il Ministro Patuanelli, il Ministero dello Sviluppo Economico e i vertici del Comitato Tecnico Scientifico arriva la svolta.
Il CTS ha infatti condiviso di valutare in modo differente i diversi profili di rischio all’interno del variegato settore della ristorazione. Sarà privilegiato chi ha a disposizione spazi e sedute per la consumazione di cibi e bevande. Tale possibilità – ha nondimeno sottolineato il CTS – dovrà essere accompagnata dal massimo rigore sull’applicazione misure di sicurezza sanitaria. In primis il distanziamento di un metro non solo tra i tavoli, ma anche nelle aree di passaggio. L’utilizzo sistematico dei dispositivi di protezione individuale per gli addetti al servizio, l’esposizione di una chiara informativa all’esterno dei locali con l’indicazione della capienza massima.
Le dichiarazioni di soddisfazione
Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi commenta: “Desidero ringraziare il Ministro Patuanelli, la Sottosegretaria Morani e il CTS per l’attenzione dimostrataci e per la volontà di arrivare ad un risultato. Ci auguriamo che il Governo che si sta costituendo in questi giorni provveda nel più breve tempo possibile all’emanazione di un nuovo Dpcm. Per consentire di aprire a cena fino alle 22 in fascia gialla e durante le ore diurne in fascia arancione a chi ha spazi con tavoli. Sarà un banco di prova importante per dimostrare da parte del nostro settore maturità e rispetto delle regole e chiediamo alle forze dell’ordine e alle amministrazioni comunali di darci una mano con i controlli in questa direzione”.
“Con Fipe Confcommercio e Fiepet Confesercenti abbiamo fatto un lavoro serio e costruttivo – aggiunge la sottosegretaria Morani – per aiutare i nostri ristoratori che stanno affrontando questa pandemia con coraggio e abnegazione. Le osservazioni del CTS sul protocollo presentato dalle associazioni costituiscono una importante indicazione per il prossimo governo che avrà l’onere di valutarne la possibile traduzione in un provvedimento. Sono certa che verrà prestata la giusta attenzione a questa categoria così importante per la nostra economia”.