Gli esami di maturità sono ormai iniziati e i giovani diplomandi si apprestano a chiudere uno dei capitoli più importanti della loro vita; si è soliti dire che «per ogni porta che si chiude c’è un portone che si apre»; ebbene sì, cari giovani, state per lasciare alle spalle gli anni del liceo ma dinnanzi a voi si sta per aprire un altro capitolo fondamentale della vita, quello degli anni universitari.
All’inizio sarete spaesati, tornerete nelle scuole di provenienza per respirare ancora l’aria da liceali che ormai non vi appartiene più, ma alla fine vi abituerete e a poco a poco farete dell’università la vostra nuova casa.
Da qualche anno ormai la scelta universitaria avviene prima della fine dell’ultimo anno scolastico, ma ancora la partita per molti è aperta e la domanda più angosciante è quella relativa alla facoltà da scegliere.
Nel corso dei miei anni di insegnamento ho visto tanti alunni indecisi e allo stesso tempo angosciati per lo scioglimento di questa annosa questione; il mio suggerimento che qui di seguito riporterò è però sempre lo stesso e adesso cercherò di renderlo chiaro sia a chi avrà la pazienza di ascoltarmi sia a chi non è stato mio alunno. A mio avviso le possibilità che vi si aprono dinnanzi sono due, anzi tre: da un lato una scelta dettata dalla passione e dai reali interessi, dall’altra la scelta legata non tanto agli interessi, quanto piuttosto al “futuro” interesse lavorativo ed infine l’ultima possibilità di scelta, relativa al desiderare di fare qualcosa che piace e che per di più sembra, al momento, offrire ottimi sbocchi lavorativi.
È veramente difficile scegliere, un filosofo danese, un certo Kierkegaard, a proposito del “sentimento del possibile” parlava di una condizione esistenziale angosciante e nel caso specifico, parte di questo “sentimento del possibile” è vissuto dagli studenti ancora tutt’oggi indecisi; e’ chiaro che tra le tre possibilità l’ultima non desta angoscia, e il problema riguarda solamente le prime due.
Io credo che chi sceglierà di assecondare le proprie passioni e i propri interessi avrà un vantaggio rispetto a chi prenderà l’altra strada e cioè, avrà sempre di vista il suo obiettivo, avrà sempre un confronto diretto con se stesso e al di là del fatto che la laurea scelta forse non lo agevolerà nel mondo del lavoro, beh, almeno si sarà laureato probabilmente nei tempi giusti e avrà fatto negli anni qualcosa di interessante da un punto di vista personale. Studierà con passione, amerà ciò che fa e si arricchirà come persona. Per carità, anche l’altra scelta è importante, l’unico rischio, a mio avviso è che nel corso degli anni il motivo stesso della scelta venga meno, e all’improvviso, magari dopo qualche anno, uno si renda conto che quel percorso non fa al caso suo.
Chi compie questa seconda scelta dovrà avere la capacità di tenere sempre a mente il motivo che l’ha portato lì, anche quando questo stesso motivo perderà parte del suo “peso”. Io ritengo che nella società di oggi, potere trovare uno sbocco lavorativo che concili il tipo di studio fatto e le passioni che uno ha sia davvero difficile, io mi ritengo un fortunato perché faccio qualcosa che realmente mi piace e che trovo interessante ed incredibilmente stimolante; il rapporto con i ragazzi e’ un qualcosa di unico ed irripetibile, però allo stesso tempo sono cosciente di essere davvero un privilegiato.
La vita è un grande punto interrogativo ed uno non sa mai cosa realmente essa ci riservi; è proprio per questi motivi che io solitamente dico ai miei alunni di seguire le loro passioni al di la di quel mondo lavorativo che poi li aspetta.
Certo non è detto che un giorno faranno ciò per cui hanno tanto studiato e di questo dovranno essere consapevoli, ma almeno ci avranno provato. Io credo che la differenza tra un medico che ha studiato per fare il medico con passione ed amore, ed un medico che ha studiato perché quella era la “tradizione” di famiglia si veda.
Certo però c’è anche un’ultima possibilità che per l’esattezza mi è anche successa personalmente: la passione può nascere anche successivamente alla scelta… Eh sì, a me è successo così; la mia iscrizione a filosofia era stata dettata da motivi che non vi sto qui a raccontare, certo la filosofia mi piaceva ma mai mi sarei sognato di andare un giorno ad insegnarla.
Pensavo dopo la laurea di fare magari qualche master fuori e finire a lavorare per qualche grossa multinazionale nel campo delle risorse umane,e non vi nego che ho anche realizzato in parte tutto ciò.
L’unico particolare è che tra la laurea e il lavoro nella multinazionale avevo avuto la possibilità di avere qualche ora di insegnamento che mi aveva fatto ricredere sulle mie aspirazioni.
Alla fine la mia scelta mi ha portato non solo a stare dietro una cattedra, ma anche qui, a stare virtualmente con voi, a scrivere articoli per younipa e tanto altro…
E chi lo avrebbe mai detto? Spero di essere stato esauriente facendovi comprendere che al di là della scelta che farete e dell’angoscia che proverete, la vita vi riserverà sempre delle sorprese anche se proverete a pianificare tutto, vi si apriranno strade dinnanzi che ad oggi neanche potete immaginare.
Dunque, affrontate la scelta universitaria non con angoscia ma con serenità, è certo una scelta fondamentale per la vostra vita ma non è “LA” scelta della vostra vita, potrete essere belle “persone” (ogni riferimento ad uno dei miei precedenti articoli non è casuale), persone eccezionali al di là della scelta giusta o sbagliata che farete.