La vicenda è apparsa su diversi quotidiani. E mentre si grida allo scandalo, la diretta interessata nega tutto.
La vicenda
Secondo quanto riportato da La Repubblica, la relazione tra la preside di un noto liceo romano ed uno studente sarebbe durata all’incirca un mese, iniziata ai tempi delle occupazioni degli istituti nella Capitale. Lo studente, confidatosi con alcuni amici, avrebbe raccontato di email, messaggi e poi di una vera e propria frequentazione intrapresa con la donna. La voce è poi arrivata alle orecchie dei professori.
Il 18enne sarebbe stato ascoltato dai collaboratori della preside insieme ai suoi genitori. Poi, la segnalazione all’Ufficio scolastico regionale che adesso dovrà fare luce su una vicenda.
La preside nega: “Vogliono colpirmi”
La dirigente dell’istituto si dichiara sconvolta, negando tutto quanto, ed ipotizza una sorta di vendetta professionale da parte di alcuni collaboratori. La donna, che è regolarmente al lavoro, si è affidata ad un avvocato.
La preside non nega di avere “parlato diverse volte” con lo studente, che è anche rappresentante d’istituto. “Durante il periodo dell’occupazione: mi ha accompagnato con la sua macchina al commissariato di Monteverde per fare la denuncia, ma non c’è stato nulla di nulla con il ragazzo, posso giurarlo davanti a chiunque. Ho avuto con lui un rapporto cordiale e aperto, come con tutti: la mia porta è sempre aperta”.
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“Sono una donna seria e felicemente sposata”
“Io sono felicemente sposata con un uomo meraviglioso – continua la preside – ma sono una donna di bell’aspetto, abbastanza giovane, sono del ’72, e curata: e purtroppo capisco che qualcuno possa pensar male. Ma sono serissima, mi è costato tanto arrivare qui, e sono nell’anno di prova: qualcuno ha pensato che in un attimo poteva farmi cacciare”.
Le reazioni
Intanto, fuori e dentro l’istituto non si parla d’altro. “La laurea in pedagogia l’hai presa troppo seriamente”, “Il tuo silenzio parla per te”, “Puoi chiuderci in classe ma non spegnere le voci”: sono solo alcune delle scritte comparse sui muri del liceo di Roma.