Isolati nelle nostre case, da soli o in famiglia, stiamo sperimentando limiti di noi stessi insospettati, nel bene e nel male. Stiamo riscoprendo valori perduti (del tempo anzitutto), ma ci mancano anche – ormai terribilmente – un sacco di altre cose, più o meno essenziali (dall’abbraccio con chi ci è caro al ritocco della ricrescita dal parrucchiere) o più meno superflue (ma per ciascuno di noi, nel loro piccolo vitali).
Una domanda semplice ma anche un messaggio di speranza che si proietta al positivo, un modo per condividere bisogni, desideri e sogni di normalità in un momento difficile e delicato per tutti. Una domanda, che nasce dai messaggi che ci arrivano e che abbiamo deciso di allargare a tutti.
“Torno a trovare la mia mamma, l’abbraccio forte e poi andiamo a fare un giro insieme per tutto il giorno”, scrive Alessandra. “Abbraccerò il mio fidanzato lontano”, si aggiunge Debora, ma anche “una passeggiata in spiaggia”, una “nuotata nel mare”, un “gelato al parco”, “un caffè al bar”, natura e condivisione, un fiume di pensieri e desideri autentici e commoventi. Azioni che fino a qualche settimana fa erano ordinarie, quasi sottovalutate da tutti.
Una normalità che dopo questo periodo di emergenza acquista nuovi significati, come dice Arianna: “Farò le stesse cose che facevo prima. Cose semplici e banali che, ora, mi mancano da morire”. C’è un bisogno di libertà e di contatto, di vivere tra la gente magari ammassati, a urlare e ballare, come dice Giorgio: “Super concerto, ho voglia di stare in mezzo a tante persone e ascoltare musica fantastica” oppure c’è chi scrive “prenoterò un volo”, dopo i tanti annullamenti degli ultimi giorni. “Scenderò in strada ad abbracciare e baciare tutti quanti, persone, animali, macchine, alberi, pali della luce, tutto. Persino quell’odiosa della mia vicina di casa che non sopporto”, scrive Piero senza perdere l’umorismo.
Uno scambio di parole, quasi una chiacchierata a distanza per sentirsi più vicini e immaginare già quando tutto sarà finito, quel bisogno di abbracciare e poi festeggiare la fine delle difficoltà.
Cari Voi, sbizzarritevi immaginando il domani, quando finalmente potremo uscire dai domiciliari…
Qual è la prima cosa bella che farete quando sarà passato l’incubo coronavirus e potremo finalmente uscire dalle nostre case e ricominciare a vivere all’aria aperta?
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Piano piano torneremo a lavorare negli uffici, nelle aziende, nei negozi, nei bari (si spera). Riprenderà (forse) la scuola. Ma quale sarà la primissima cosa che vi piacerebbe fare? La più solenne o la più “stupida”?
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