“La Sicilia è nostra e non è di Cosa Nostra”. Un lungo corteo partito dalla chiesa della Madonna di Fatica è arrivato fin sotto il covo di Matteo Messina Denaro a Campobello di Mazara. Sono stati due i cortei per dire no alla mafia, promossi dalle amministrazioni comunali di Castelvetrano e Campobello di Mazara. Due realtà ad alta densità mafiosa: la prima luogo di nascita dell’ex latitante Matteo Messina Denaro catturato a Palermo il 16 gennaio scorso; l’altra dove il boss ha vissuto stabilmente negli ultimi quattro anni.
Tanti sindaci e studenti alle due manifestazioni
Si sono mossi da due punti diversi, con in testa i sindaci dei due comuni, Giuseppe Castiglione e Enzo Alfano. Presenti anche i primi cittadini del comprensorio, tutti con la fascia tricolore, e molti studenti. “La mafia non è solo una questione di polizia, non la si combatte semplicemente nei tribunali. Per affrancarci da questo terribile cancro, dobbiamo vincere la mafia culturalmente. I tanti giovani, le tante donne e uomini, le associazioni, i sindacati, le istituzioni presenti ieri sera a Campobello di Mazara hanno riempito quei simbolici cento passi che hanno rappresentato la contiguità e la collusione con quella incultura di sopraffazione”. Queste le parole con cui il sindaco di Petrosino Giacomo Anastasi commenta la manifestazione “La Sicilia è nostra e non è di Cosa Nostra” che si è svolta ieri presso il vicolo San Vito, a Campobello di Mazara, dove è stato trovato il primo covo del boss Matteo Messina Denaro e alla quale ha partecipato insieme ai membri della giunta e del Consiglio comunale.
“La cultura della legalità è più forte della violenza”
“Ieri sera una folla meravigliosa ha riempito quei cento passi per dire, ad una voce, in modo inequivocabile e inesorabile che la cultura della legalità e dei diritti è più forte della violenza, della sopraffazione e della morte. L’orrore criminale che ha impoverito la nostra terra e i nostri cuori, che per troppo tempo ha spezzato vite non prevarrà, non vincerà. La Sicilia, come cantavano tanti giovani, “è nostra non è di Cosa Nostra”. Una terra che difenderemo, libereremo definitivamente da questo orribile male solo se avremo il coraggio di dire che uno come Matteo Messina Denaro è un terribile assassino e criminale. Ameremo davvero questa terra meravigliosa e disperata solo quando impareremo a praticare giorno per giorno la cultura della legalità e del bene comune, la cultura della dignità e della vita”.