Stavolta nessuno se lo aspettava. Eravamo gialli da diversi giorni e in qualche modo ci stavamo riaprendo alla vita. Le attività commerciali avevano ripreso pian piano a programmare qualcosa, ad aprirsi alla primavera. Poi la doccia fredda. Da lunedì passiamo dal giallo all’arancione, anche se i dati del contagio non dicono questo. Anzi, qualche giorno fa Musumeci aveva anche parlato di ipotesi zona bianca.
L’ennesima beffa alla Sicilia
L’ennesima batosta per una regione in ginocchio. E’ vero, la situazione è diffusa, globale, ma noi prima di tutto dobbiamo guardare a noi stessi. Le associazioni di categoria e i sindacati allargano le braccia, come tutti. I politici idem. Nessuno sa bene cosa dire, cosa fare. Ma è passato già un anno. E sembra di andare indietro come i gamberi.
L’amarezza di Doriana
Doriana Ribaudo, giovane ristoratrice palermitana e rappresentante Fipe, non nasconde la sua amarezza e la grande preoccupazione. “Se la situazione è grave lo è per tutti. Non meritavamo l’arancione e non così- dice Doriana- Il problema non sono solo i ristori ma la mancanza di prospettiva. A questo punto sarebbe stato meglio un rosso scuro così da avere la certezza di una ripartenza il 7 aprile”.
“Al contrario- continua la Ribaudo- visto che sono consentite le visite agli amici nelle case di campagna con giardino assisteremo ai focolai di pasquetta. E poi, se il problema è l’aria aperta perché non consentirci in questo momento di somministrare nelle nostre aree autorizzate all’aperto? Nel giardino di casa il covid forse non contagia ma in quello del ristorante si?“
Perplessità più che lecite, considerato soprattutto anche quello che era successo nelle scorse festività natalizie. Di certo i ristoranti che hanno spazi all’aperto e rispettano a menadito le normative, possono essere molto più sicuri delle case private dove ci si è riuniti selvaggiamente in passato, generando focolai e problematiche serie alla generale situazione sanitaria della regione.
Perchè piuttosto non si è pensato di premiare e di promuovere la ristorazione di qualità che rispetta le regole e i presidi sanitari? Se la gente non va al ristorante o al bar, si assembra di nascosto nelle proprie case, in maniera incontrollata. E di questo ne abbiamo avuto ampia dimostrazione durante le festività natalizie. All’interno dei ristoranti seri, si è più sicuri che in strada. Distanziamento, igiene, precauzioni, norme sanitarie rispettate. Questo fa la differenza e rende sicuri i luoghi.
La situazione è difficile e non si sa come agire? Lo sentiamo dire da troppo tempo. Forse andava bene un anno fa questa scusa…ma adesso? Con tutte le esperienze vissute, continuare questo balletto dei colori che ammazza le attività commerciali è inaccettabile.
Il covid…visto con gli occhi dei bambini (VIDEO)
Il rammarico di Francesco
Per non parlare poi di tutte le altre imprese legate al turismo. La linfa vitale della nostra regione. Un settore in ginocchio, ulteriormente colpito da questo nuovo stop. Abbiamo raccolto la testimonianza di Francesco Ippolito, titolare del Tour Operator Madonita “Madonie Travel Service”.
“Una ulteriore mazzata per le piccole aziende- ci dice Francesco con grande rammarico- L’ennesima decisione che penalizza i piccoli imprenditori di questo settore. Già quasi dimenticati nella spartizione dei ristori. Soprattutto quelli come me, che hanno aperto l’attività nel 2020. Noi, non avendo avuto alcun fatturato nel 2019, non abbiamo potuto ricevere nessun bonus, nessun aiuto. Adesso stavamo provando a ripartire per fare un minimo di liquidità, che è proprio quello che viene a mancare. Non riusciamo a sostenere più le spese vive. Per noi fare programmazione è importante. Così ci ammazzano. Avevamo programmato dei piccoli eventi per le prossime settimane e abbiamo dovuto annullare tutto”.
Francesco è scoraggiato: “Purtroppo ad oggi, dopo aver sperato, non vedo la luce in fondo al tunnel. Mi confronto con tante agenzie di viaggio e tour operator che hanno aperto nel 2020. Stiamo cercando di restare uniti, di far sentire la nostra voce. Adesso c’è un nuovo Ministero dedicato al Turismo. Speriamo si faccia qualcosa di concreto per il settore. Non solo per i grandi colossi. La sicilia vive di turismo. Le madonie sono praticamente covid free e avrebbero potuto iniziare a ripartire ma …niente, abbiamo dovuto soccombere alle leggi nazionali, basate su regioni in cui l’indice di contagio è molto più alto che da noi”.
“La verità è che siamo soli– conclude Francesco- Non siamo rappresentanti da nessuna classe politica. Chi ha uno stipendo sicuro, come i politici, se ne frega di noi piccoli imprenditori. Chi vuole fare impresa, chi ha scelto di rimanere per costruirsi un futuro qui in Sicilia, chi ha investito nella propria terra, oggi si ritrova penalizzato e gambizzato dal sistema”.
Un’amara riflessione quella di Francesco, che porta con se tanta verità. Una cruda verità che è certo molto difficile da accettare. Perchè adesso sono 12 mesi che si soffre e si soccombre. Quasi scherzando, a conclusione della nostra chiacchierata, Francesco mi dice che a volte, quando parla con gli altri, si sente come ad un gruppo di recupero: “Ciao sono Francesco e ho aperto un’agenzia viaggi in piena pandemia. Sono stato un cretino?“
Quello che mi sento di ripondere a Francesco, a Doriana, a me stessa e ai tanti piccoli imprenditori che in questa terra hanno creduto e continuano a credere ogni giorno, investendo i propri soldi e scommettendo sul futuro è: NO, NON SEI STATAO UN CRETINO, NON SIAMO DEI CRETINI. Però adesso abbiamo esaurito le risorse. Economiche e di ottimismo. Abbiamo esigenza di essere supportati dal sistema. Le istituzioni ce lo devono. E noi non smetteremo di chiederlo. Lo so che la stanchezza a volte è più forte. Ma la tempra è quella sicula, dei combattenti.
Resistere è la nostra specialità, da sempre.