Ci sono momenti della nostra vita che ci fanno realizzare quanto la nostra vita sia davvero breve. Prenderne consapevolezza può essere l’inizio della nostra vera vita.
“Abbiamo due vite e la seconda inizia quando ci rendiamo conto di averne soltanto una”. Confucio.
Sin dai tempi di Confucio e Seneca l’essere umano si è interrogato sulla brevità della vita.
Con la recente scomparsa di mia Mamma è stato inevitabile anche per me fare certe riflessioni.
E per quanto dolorose, queste riflessioni hanno portato con sé anche intuizioni preziose su come voglio vivere davvero la mia vita.
Nello specifico ci sono due intuizioni che voglio condividere con i miei lettori, chissà che non aiutino anche te a fare un “cambio di passo”.
Intendiamoci, in questo articolo non troverai “la risposta alla domanda fondamentale sulla vita, l’universo e tutto quanto” (cit.).
Probabilmente, sei già arrivato anche tu a certe conclusioni, perlomeno ad un livello razionale.
A volte però abbiamo bisogno che qualcuno ce le torni a ricordare, prima che sia la vita a costringerci a fare i conti con esse.
Partiamo dalla prima intuizione…
1) Sì, la vita è breve. Più breve di quanto realizziamo (e a tutte le età)
Se sei nel pieno dei tuoi 20 anni, l’età che l’autrice Mag Jay chiama “The Defining Decade“, hai davanti a te appena una manciata di anni per vivere alcune delle esperienze più formative della tua vita e prendere decisioni che influenzeranno profondamente il resto della tua esistenza.
Se poi sottraiamo a questa tua decade “formativa” almeno un paio d’anni per via dei limiti imposti dalla pandemia globale, questo periodo così intenso della tua vita è ancora più breve di quanto potresti immaginare.
Se sei nei tuoi 30 anni e sei diventato genitore per la prima volta (o lo diventerai a breve), ogni anno di vita del tuo piccolino sarà unico: per tradurlo in numeri (da fottuto ingegnere quale solo), questo significa che potrai vivere solo 52 fine settimana con tuo figlio o tua figlia di 2 anni.
Non uno in più.
Se poi hai avuto la fortuna di assistere alla magia del Natale attraverso gli occhi di un bambino, sappi che potrai assistere a quello stupore, all’attesa per Babbo Natale e alla trepidazione per i regali per non più di 7-8 volte nella tua vita di genitore.
Se sei nei tuoi 40 anni e hai la fortuna di avere entrambi i tuoi genitori ancora in vita, ma magari per lavoro hai scelto di vivere lontano (colpevole!), in media, tra feste, compleanni e altre occasioni, avrai in totale non più di 60-70 giorni effettivi da trascorrere ancora insieme a loro (circa due mesi).
A volte, senza preavviso, la vita te ne concederà meno. Dannatamente meno.
Per concludere, qualsiasi sia la tua età, se vuoi la mazzata finale, quel genio di Tim Urban ha pensato di mettere la brevità della nostra esistenza nero su bianco, in uno schemino tanto semplice quanto disarmante.
Eccola lì la nostra vita in tutta la sua limitatezza, un migliaio di pallini che rappresentano ognuno un mese di vita di un essere umano che ha la fortuna di arrivare a 90 anni:
Lo so, lo so non leggi certo per farti deprimere ancor di più. Per quello bastano e avanzano i Telegiornali.
Eppure questa prima intuizione sull’intrinseca brevità della vita, mi ha portato alla seconda e più importante intuizione…
2) Non ho più tempo per le stronzate (e neanche tu)
Riunioni inutili.
Persone che ti vomitano addosso i loro problemi emotivi irrisolti.
Burocrazia asfissiante.
Liti evitabili.
Abitudini che ti creano dipendenza svuotandoti dentro.
Paure ingiustificate.
Competizione dell’apparenza sociale e social.
Incompetenza disarmante.
Promesse a te stesso puntualmente disattese.
Ignoranza prepotente.
Siamo talmente assorbiti nei ruoli che abbiamo imparato ad interpretare nella nostra vita, da non accorgerci di quante stronzate stiamo tollerando per proteggere l’immagine che di noi vogliamo dare al mondo.
Nello specifico esistono due tipologie di stronzate:
- Quelle che siamo costretti a subire.
- Quelle che scegliamo di subire (più o meno consapevolmente).
Le stronzate che siamo costretti a subire
A meno che tu non decida di ritirarti in un Eremo in mezzo alle montagne e vivere di preghiere e doni della terra, per stare in società dovrai sempre tollerare un certo numero di stronzate, soprattutto legate al tuo lavoro.
Quel “certo numero” però è sotto il tuo controllo più di quanto potresti immaginare, a patto però che tu sia in grado di crearti…
Un’alternativa
Se non vuoi essere costretto a tollerare le stronzate di capi frustrati e clienti inaciditi fino alla pensione, devi lavorare da subito ad un’alternativa.
Scopo di questa alternativa deve essere quello di farti raggiungere quanto prima la “posizione del fottiti“.
E intendiamoci, crearsi un’alternativa non vuol dire necessariamente diventare imprenditore o lasciare il posto fisso.
- Se sei un libero professionista, questo può significare sbarazzarti di clienti tossici o creare nuove tipologie di servizi che fatturino indipendentemente dal tuo tempo.
- Se sei un dipendente (e intendi rimanerlo), puoi crearti un’alternativa acquisendo nuove competenze che ti permettano di scegliere un posto e un datore di lavoro stronzate-free.
In generale, crearsi un’alternativa vuol dire rendere la tua vita e la tua professione quanto più:
- Flessibili. Ovvero hai un elevato grado di controllo sul tuo tempo.
- Indipendenti. Ovvero il tuo lavoro e la tua vita non sono legati a doppio filo con un luogo geografico, una Stato, un numero limitato di clienti, etc.
- Antifragili. Ovvero riesci a prosperare grazie ai cambiamenti, invece di subirne le conseguenze.
Sì, lo so a livello teorico sembra tutto così facile, ma poi a livello pratico ci scontriamo inevitabilmente con i tanti limiti che si sono sommati negli anni nella nostra vita.
Per iniziare a minimizzare il numero di stronzate che sei costretto a subire però, il primo passo è… creare il tempo necessario per creare la tua alternativa.
Ma di questo parleremo più avanti.
Vediamo ora la seconda tipologia di stronzate.
Su queste sì che possiamo intervenire da subito e farlo ci aiuterà a trovare i primi scampoli di tempo per ridurre anche la prima tipologia.
Le stronzate che scegliamo di subire
Le stronzate che si insinuano nelle nostre giornate e che in qualche modo scegliamo di subire sono in assoluto le più subdole.
Un esempio?
Il tempo che sprechiamo sui social media, magari in feroci discussioni sulla uallera giapponese che intavoliamo con perfetti sconosciuti o a consumare trilioni di stories, reels e meme spazzatura.
Secondo un recente studio, in media trascorreremo 6 anni e 8 mesi della nostra vita a scrollare i social media.
6 ANNI E 8 MESI (let it sink in).
Riesci ad immaginare come sarebbe la tua vita se avessi 6 anni e 8 mesi da dedicare per intero ad un tuo sogno, uno qualsiasi?!
Indovina, ce li hai, devi solo disinstallare quel ca**o di app dal tuo telefonino.
E vuoi sapere il colmo?!
Prima di completare questo stesso paragrafo mi sono interrotto per controllare un messaggio su… Instagram!!!
Io, l’autore di “Riconquista il tuo tempo“, quello che da anni smarona i suoi lettori con i rischi della dipendenza da social media!
Ma il punto è proprio questo: la lotta contro questi giganti del tech è una lotta impari.
Siamo noi e la nostra limitata forza di volontà contro team di ingegneri che lavorano 24 al giorno, 7 giorni su 7, per succhiarci fino all’ultimo istante di attenzione.
Con il migliorare dell’hardware, sempre più immersivo, e dei software, sempre più sofisticati, ci troveremo a fronteggiare nuovi servizi e nuovi social che ci renderanno completamente dipendenti in poche sessioni.
Ecco perché per liberarci delle stronzate che si insinuano furtive nelle nostre giornate, dobbiamo imparare a dedicare attivamente tempo a ciò che conta davvero nella nostra vita.
Ma per farlo dobbiamo innanzitutto capire cos’è che conta davvero nella nostra vita.
Per quanto mi riguarda, in questi tre mesi trascorsi nelle Marche ho realizzato con ancor più forza che fare attività sportiva in mezzo alla natura è una di quelle cose che contano davvero per me, motivo per cui sto iniziando a coltivare hobby e passioni che mi permettano di farlo con maggiore costanza.
Quando hai qualcosa che ti attira veramente, qualcosa a cui tieni e che ti fa stare bene, il tempo per le stronzate tende a ridursi drasticamente.
Per concludere (senza sprecare altra tua vita…)
Sì, la vita è breve. Fottutamente breve. Era bene ribadirlo.
E purtroppo ne spendiamo buona parte in stronzate. Stronzate che ci vengono imposte e che dobbiamo tollerare (fino ad un certo punto) e stronzate che più o meno consciamente scegliamo di subire. E anche questo era bene ribadirlo.
Perché nonostante ne siamo consapevoli (almeno razionalmente), continuiamo a dare per scontato che avremo tempo.
Ci raccontiamo che avremo tempo per…
- Scrivere quel libro.
- Fare quel viaggio con i nostri genitori.
- Avviare quel nostro progetto.
- Dire a quella persona speciale cosa proviamo davvero.
…finché la vita, in tutta la sua brutale onestà un giorno ci ricorda che il treno è ormai passato.
Ma oggi sei ancora in tempo.
Elimina senza pietà quante più stronzate possibili dalla tua vita.
Non aspettare a dedicare tempo a ciò che conta davvero.
Assapora ogni istante di vita ben vissuta.
La vita è breve e prenderne consapevolezza è un dono. (Andrea)