La “Vucciria” del pittore bagherese Renato Guttuso torna a a casa. La tela sarà esposta a Palazzo Steri in una nuova ala del Palazzo, sede del rettorato dell’Università degli Studi di Palermo. La nuova sala sarà aperta al pubblico il prossimo 5 giugno.
“La Vucciria è la Palermo di oggi”
“Quello di oggi è un momento molto atteso”, ha dichiarato il Rettore Fabrizio Micari, che conclude il suo mandato con quest’importante ed attesa iniziativa. “La Vucciria torna a casa dopo dei giri importanti. É stata al Quirinale, a Montecitorio e adesso siamo felici di riproporla alla città. É un completamento per tutto il palazzo, la Vucciria è la quotidianità, la Palermo di oggi con i suoi colori e i suoi contrasti”. L’allestimento, creato ad hoc per esporre la tela, è stato realizzato da Marco Carapezza, Paolo Inglese e Maria Concetta Di Natale.
Leggi anche: Palermo, il Parco d’Orléans riapre i battenti: ecco quando
Il nuovo allestimento
Sarà possibile ammirare la “Vucciria” in una stanza che fa totalmente immergere chi la guarda in un ambiente unico, capace di rilasciare energia ed emozioni grazie alla valorizzazione dei suoi colori e di ogni sua sfaccettatura. “Abbiamo voluto costruire attorno al quadro un ambiente che lo racconti, una vera e propria musealizzazione che non era mai stata fatta, una collocazione coerente con la sua importanza e con la donazione del maestro Guttuso”, ha spiegato Paolo Inglese, direttore del Sistema museale di Ateneo. L’allestimento è, inoltre, completato da pannelli con la biografia e le note critiche del pittore, in aggiunta all’audio delle voci del mercato, le “banniate”, in grado di rendere l’atmosfera ancor più suggestiva.
La Vucciria: la tela
La “Vucciria” di Renato Guttuso è, senza dubbio, il suo quadro più celebre. Fu realizzato a Roma nel 1974, quando il pittore si era trasferito lì da Bagheria, sua città natale. Nella grande tela, tre metri per tre metri, è riprodotto uno degli angoli più caratteristici della città di Palermo: il mercato della Vucciria. Le balate perennemente bagnate dall’acqua scolata dai banchi dei pescivendoli, il via vai dei passanti, i prodotti tipici, le carni esposte appese, la frutta e la verdura, in un turbinio di colori e sensazioni. Opera dinamica che incanta e che riesce a cogliere l’animo non solo del mercato palermitano, ma della città intera, valorizzandone ogni aspetto.