Stanchi dell’accostamento tra il Comune di Corleone e vicende di mafia, il sindaco Nicolò Nicolosi e l’assessore alla cultura e legalità Giusy Dragna hanno diffidato Mediaset e la Taodue a utilizzare il nome del paese in provincia di Palermo per la preannunciata serie tv “Lady Corleone“. La fiction, prevista sui canali Mediaset, protagonista Rosa Diletti Rossi, è la storia di una ragazza appassionata di moda, ma cresciuta in una famiglia mafiosa.
“Il collegamento inevitabile con la buia pagina di storia corleonese ha suscitato nella comunità un sentimento di indignazione – dice il sindaco – perché nuovamente immersa nella condizione di doversi difendere da immagini poco rappresentative della realtà odierna, ma che evocano un tempo ormai remoto. Da molti anni infatti la città è impegnata in una costante attività antimafia”.
Il sindaco ricorda in particolare “l’inaugurazione del centro internazionale di documentazione sulle mafie e del movimento antimafia alla presenza del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e del Vice Segretario Generale delle Nazioni Unite Pino Arlacchi” sottolineando , “l’azione educativa e formativa in collaborazione con le scuole del territorio, che progressivamente ha consentito a famiglie e giovani di Corleone di considerare la mafia un disvalore che tanto danno ha procurato alla città”.
L’amministrazione comunale dice di volere difendere il “buon nome di Corleone” dai soliti stereotipi e vecchi cliché. contestando il fatto che “possa essere svilito ad etichetta commerciale con cui vendere prodotti commerciali”. “Intendiamo anche tutelare il buon nome dei cittadini e in particolare delle giovani generazioni – sottolinea il sindaco – che tanto hanno fatto e che continuano a fare per la rinascita della città e che più di tanti altri stanno soffrendo per il gratuito oltraggio compiuto al loro futuro”. Nella lettera si diffida pertanto formalmente la società Taodue “ad astenersi dall’utilizzo del nome di Corleone nel titolo della serie tv nonché ad ogni suo richiamo all’interno della fiction per non essere costretti ad intraprendere ulteriori azioni a tutela della nostra onorabilità e del nostro futuro”.