L’alcolismo blocca l’apprendimento. Udite bene giovani amanti della movida cittadina che di sera in sera bazzicate da un locale all’altro con un immancabile drink tra le mani. Durante l’astinenza da alcol il cervello modifica e rallenta le sue funzioni fondamentali, come apprendimento e memoria. Il meccanismo, come una sorta di reset emotivo, favorisce la continua assunzione di alcol. Come dire: notte da leoni, mattina da c….
Lo ha scoperto un team di ricercatori coordinato da Marco Diana del Laboratorio di Neuroscienze cognitive “G. Minardi” del Dipartimento di Chimica e Farmacia dell’Università degli Studi di Sassari, in collaborazione con i prof. Saturnino Spiga ed Enrico Sanna del Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente dell’Università di Cagliari e la professoressa Carla Cannizzaro dell’Università di Palermo.
Sappiamo tutti che l’ingente mole di informazioni apprese da ogni essere umano nell’arco della sua esistenza viene immagazzinata nel sistema nervoso. Bene. Per mantenere un cervello altamente flessibile, non solo generare nuove memorie ma anche per dimenticare è essenziale per adattarsi all’ambiente costantemente mutevole che ci circonda.
«Questo comportamento virtuoso – spiega il professor Marco Diana – non si riscontra nel cervello dell’alcolista in astinenza a causa della mancanza di dopamina, che provoca una drastica riduzione di spine dendritiche nei neuroni spinosi del “Nucleo Accumbens-Striato ventrale” (area fondamentale per l’integrazione delle emozioni)».
Già proprio così. «La mancanza di spine dendritiche impedisce la formazione di meccanismi come Long Term Depression mediati dal glutammato – prosegue – che alterano profondamente processi emotivi e “decision making” dell’alcolista».
In sintesi un drink ogni tanto fa bene ma mai esagerare, ne va della vostra vita oltre che della vostra carriera universitaria.