Dataroom è la rubrica di data journalism di Milena Gabanelli. Una rubrica di inchieste e approfondimenti per spiegare i fatti con l’ausilio di dati e nuove tecnologie. Nell’ultima edizione, l’autorevole giornalista, ha proposto un’interessante report sul mondo delle università online, sollevando alcune contraddizioni.
«Tutti possono essere come Cristiano Ronaldo». La promessa in questione campeggia sul sito dell’Università Telematica E-Campus, appartenente all’omonima Fondazione presieduta dall’imprenditore Francesco Polidori, alias Mr. Cepu. Ronaldo è un calciatore, mentre alla E-Campus ti prepari per diventare avvocato, professore, psicologo, dirigente d’azienda e tante altre cose che nulla hanno a che fare col calcio, ma evidentemente per gli ideatori dello spot il nesso era chiaro. «Preparati al successo», aggiunge il video promozionale che è più o meno quello che ti dicono quando vai a iscriverti. «Vuoi una laurea magistrale in Giurisprudenza? Non dovrai in alcun modo modificare le tue abitudini di vita – ci spiegano –. Puoi lavorare, uscire con gli amici. Noi ci inseriremo nel tempo che rimane». E ovviamente, se ne rimane poco, amen. Sarà che il materiale di studio, anche per un corso poderoso come Giurisprudenza, sarà reso molto più leggero dal tutor che ci verrà assegnato, il quale in pratica ci fornirà dei riassunti. Esami come Diritto Costituzionale e Diritto Privato, tanto per citare quelli previsti al primo anno, si danno in modalità risposta multipla e se accetti il 18, non devi nemmeno fare l’orale. Insomma, sembra una passeggiata. Costa oltre 7.000 euro l’anno, ma ci propongono uno sconto: da 35.000 euro a circa 28.000 se per i 5 anni di Giurisprudenza, paghiamo in un colpo solo.
Nascono nel 2003 e sono 11
È il mondo dell’università telematica: studi online e talvolta online sostieni anche le prove. Quello che il Covid ha reso necessario nel mondo della scuola e dell’università, per quelle telematiche è consuetudine dal 2003 quando, sotto il Governo Berlusconi con un decreto del ministro dell’Istruzione Letizia Moratti, viene istituito l’apprendimento a distanza per i corsi di laurea. In tre anni ricevono l’accredito ben 11 Università telematiche che vengono, pertanto, abilitate a rilasciare titoli completamente equivalenti a quelli conseguiti nelle università tradizionali. Al 2019 si conta un totale di oltre 110.000 iscritti in questi atenei, 6.977 nuovi immatricolati a fronte dei 283.880 immatricolati nelle università tradizionali, e un finanziamento da parte del ministero dell’Istruzione che nell’ultimo anno ammonta a 2 milioni di euro per 9 delle 11 università.
C’è una laurea quasi per tutto
Ci si può laureare online praticamente in tutto tranne medicina e chirurgia, veterinaria, odontoiatria. Il 23 dicembre del 2019, però, l’ex ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti firma un decreto e stabilisce che anche per altre facoltà (Scienze dell’Educazione e della Formazione, Psicologia, Servizio Sociale, Scienze Pedagociche) non è possibile laurearsi telematicamente. Monta la protesta e a marzo il decreto viene ritirato per alcuni rilievi dalla Corte dei Conti: irregolarità formali. Ma come stanno queste università?
Le criticità
L’unica radiografia completa viene fatta nel 2009 e pubblicata nel 2010: l’allora Comitato Nazionale per la Valutazione del Sistema Universitario (Cnvsu), ente alle dipendenze del ministero dell’Istruzione e oggi sostituito dall’Anvur, rileva per molte delle università telematiche accreditate criticità: numero limitato di iscritti, eccessivo ricorso a personale a tempo determinato, forte squilibrio fra il numero dei professori e quello dei ricercatori, limitato svolgimento di attività di ricerca. Nel 2013 viene istituita una Commissione di studio ad hoc e la relazione conclusiva conferma:
1) assenza di criteri determinati e chiari per valutare la qualità dell’offerta formativa;
2) assenza di regolamentazione rigida in merito all’istituzione dei corsi di laurea;
3) mancanza assoluta della definizione dei parametri di valutazione per l’attività di ricerca;
4) assenza di vincoli per il reclutamento del personale docente, rispetto anche alla possibilità di chiamata diretta ed eventuale passaggio poi alle università statali.
Si esprime anche il Consiglio Universitario Nazionale e aggiunge che spesso l’accreditamento avviene ex ante senza: verifica dell’attività di ricerca; idoneità delle modalità di svolgimento degli esami; idoneità nell’attribuzione dei crediti formativi; adeguatezza delle attività di laboratorio; verifica dei criteri di attribuzione di crediti per attività lavorative pregresse. Una panoramica così negativa da indurre la Commissione, sempre in quella relazione del 2013, a esprimersi chiaramente: «rilevata minore preparazione posseduta dai laureati nelle università telematiche rispetto a quella dei laureati nelle università tradizionali».
Tutte in fondo alla scala di valutazione
Dal 2013, sono passati 8 anni: cosa è cambiato? Non è chiaro perché di commissioni ad hoc non ce ne sono state altre, ma a leggere i rapporti di verifica dell’Anvur, ente pubblico vigilato dal Miur, la situazione non sembra rosea: su una scala di valutazione che va da A ad E, solo la Uninettuno ha preso B, altre tre C e le restanti D. Una invece non è stata ancora valutata: si tratta della «Leonardo Da Vinci», sede a Torrevecchia Teatina, pochi chilometri da Chieti. Istituita dalla Fondazione Gabriele D’Annunzio.
Una pioggia di finanziamenti
Alla E-Campus di Ronaldo, la cui richiesta di accredito presentata nel 2006 era stata bocciata dl Cnvsu, nell’ultima ispezione nel 2017 viene certificato che i sistemi di accessibilità non sono del tutto adeguati e che la governance dell’Ateneo non ha dato prova di possedere adeguata cultura della qualità. Manca una chiara e inequivocabile documentazione sulla sostenibilità dell’offerta formativa per una durata almeno pari a quella di un ciclo di corso di studio. Nessuna regolamentazione dell’attività di ricerca. Nessun monitoraggio sull’efficacia del percorso di formazione. Persino l’accesso ai vari corsi di laurea sarebbe non in linea con quanto previsto dai decreti ministeriali. Però ci sono anche aspetti positivi e così per il Miur è tutto a posto: finanziamento 2019 di euro 220.921.
Alla telematica Giustino Fortunato per iscriverci alla facoltà di Psicologia occorre fare un test di ingresso. Se non lo si supera, teoricamente, viene assegnato una sorta di «debito» che va recuperato entro un anno. Il problema però non sussiste perché, a quanto risulta dalle verifiche dell’Anvur, nessun aspirante iscritto alla Giustino Fortunato è mai entrato col debito. Se poi lo studente proviene da altri atenei e vuole passare al corso di laurea online, il test di ingresso non è nemmeno richiesto. Costo: 2.800 euro l’anno. Finanziamento del Miur: 292.526.
Anche alla telematica Mercatorum, dove un corso di laurea costa in media 3.000 euro, specificano che occorre sostenere un test d’ingresso, ma anche che se non si supera va bene uguale. Al corso di laurea in economia aziendale la commissione di valutazione segnala criticità fra i docenti a causa di poca coerenza fra l’insegnamento assegnato a un determinato professore e l’insegnamento proprio delle attività di ricerca di quello stesso docente.
Per la laurea in ingegneria civile alla telematica Guglielmo Marconi manca una definizione dei risultati di apprendimento: non sono indicate le modalità e gli strumenti didattici attraverso cui questi risultati vengono conseguiti e verificati. Il corso di studio non ha fornito evidenza documentale della coerenza fra le competenze dei docenti e gli obiettivi didattici degli insegnamenti. Solo pochi tutor posseggono un dottorato di ricerca. Costo del corso di laurea: 2.250 euro. Finanziamento Miur: 685.281.
Si paga dai 1.800 euro ai 2.200 alla Iul Italian University Line, con sede a Firenze, finanziata dal Miur con 15.445 euro nel 2019, anche se non tutte le verifiche finali appaiono congrue nel corso di laurea in innovazione educativa e apprendimento permanente, unico nel panorama italiano per diventare pedagogista o lavorare nei consultori, nelle carceri, nelle comunità.
«Servizi online non proprio adeguati» per l’università Niccolò Cusano. E poi: criticità relative ai materiali didattici disponibili da remoto; carenza generalizzata negli obiettivi formativi e nei risultati attesi del corso di studio; carente la descrizione esatta del modo in cui si svolge l’esame. Per il corso di laurea in ingegneria civile, la «valutazione dell’apprendimento» è stata giudicata «non approvata per criticità importanti». Il prezzo dei corsi di laurea viaggia sui 3.000 euro l’anno. Nel 2020 viene multata dall’Antitrust per 250.000 euro: gli studenti venivano costretti a pagare anche una volta effettuato il recesso e la stessa modalità di recesso era piuttosto complicata. Finanziamento Miur: 319.233.
Il finanziamento destinato alla San Raffaele di Roma è di 94.355 euro. Il costo per il corso di laurea in scienze dell’alimentazione è di 2.500 euro e il punteggio assegnato dall’Anvur è D.
Alla Pegaso e alla Uninettuno (finanziamento Miur: 481.556) ci promettono uno sconto se abbiamo parenti nelle forze armate.
All’Unitelma Sapienza pagheremmo 1.600 anziché 2.100 se noi o gli stessi parenti sono iscritti ai sindacati. Rispetto alla qualità della docenza servirebbero corsi di aggiornamento perché non risulta adeguata attenzione alla progettazione di corsi di e-learning e alla produzione di materiali didattici adeguati ad un corso di studio di livello universitario. Finanziamento Miur 99.327.
Regole meno rigide previste per legge
Le regole che le università telematiche devono osservare sono molto meno rigide di quelle imposte alle università tradizionali. A cominciare dal corpo docente: al 2017 nelle università telematiche i docenti di ruolo sono complessivamente 211, a fronte dei 47.130 impiegati nelle università tradizionali.
Significa che c’è un docente di ruolo per più d’ogni 521 iscritti, contro 1 ogni 36 delle tradizionali dove, per un corso di laurea, il decreto ministeriale 6/2019 ha imposto 9 docenti di cui 5 di ruolo. Per un corso a distanza ne bastano complessivamente 7 di cui 3 di ruolo. Tutte queste lauree, ai fini concorsuali, valgono esattamente quanto quelle conseguita in qualsiasi altro ateneo. È giusto?
Il servizio completo ve lo riportiamo QUI.
Studio ad Uninettuno. Vorrei che, a parte i titoli sensazionalistici, avrei intervistato gli studenti comparandone la preparazione. Sia telematici che statali. Sarebbe da fare.
Ops avessero al posto di avrei. T9 docet