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Lauree. La lettera di Rosario: Magnifico, non ceda, la prego! Le petizioni per tutelare i diritti, non i capricci


Lauree di Luglio in presenza o Online?

E’ questo il tormentone del momento. Lauree sessione estiva. Da una parte il sacrosanto diritto di celebrare un momento così importante della propria vita, il primo giro di boa, al termine di una carriera costellata anche di tanti sacrifici, circondati dall’affetto dei cari; dall’altra le precauzioni inerenti il distanziamento sociale, con tutte le conseguenze in termini di solitudine, a causa della pandemia globale.

Abbiamo tanto scritto (Laureandi di Luglio scrivono lettera a Micari; Ministro Manfredi su lezioni in presenza, tasse universitarie e Abilitazioni; Università. Manfredi: “Giusto distanziamento, pochi familiari e meno feste. Verso le lauree in presenza; A Palermo gli esami saranno per via telematica. Il Rettore mette fine a qualsiasi dubbio.

L’argomento è complesso e gli stessi studenti di Unipa non hanno una sola voce Lauree a luglio online o di presenza. Sondaggio e commenti degli studenti Unipa

Aggiungiamo un altro tassello: La lettera di Rosario, studente di Unipa con anni di associazionismo universitario alle spalle. Una lucida riflessione, un’opinione personale a commento del nostro articolo Studenti Unipa scrivono al rettore: “Svolgere lauree di Luglio di presenza”

La lettera:

Lo dico da universitario, lo dico da collega: il principio di precauzione e il concetto di solidarietà sociale, cosa sono per voi?

Carissimi colleghi, carissime colleghe, può capitare che la gioia di un traguardo renda più difficili alcuni ragionamenti, ma che un interesse personale si trasformi in interesse politico, quello non lo posso accettare. Questa concezione che avete della laurea come un punto di svolta nella vita deve essere rivista: la laurea altro non è che l’inizio di una vita nuova, il primo di molti traguardi raggiunti.

Vi laureate per voi, non per i vostri parenti o i vostri genitori: l’Università è un diritto ma non un dovere, è una possibilità ma non è la scuola dell’obbligo, i professori sono studiosi cosi come lo siete voi, vostri pari, la seduta di laurea non è un esame in senso scolastico, ma una dissertazione accademica.

Le petizioni si fanno per tutelare i diritti, non i capricci è quello che voi chiedete, con questo documento, è un capriccio. Tutto questo perchè? Siamo stati due mesi in casa, abbiamo affrontato rinunce e privazioni: io solo da poco ho ricominciato ad uscire e a vivere. Personalmente farò di tutto affinchè, quando si potrà, che sia tra un mese, un anno o cinque anni, tutti coloro che non sono stati proclamati possano ricevere quello che meritano, il riconoscimento pubblico di un loro traguardo. Se questo non avverrà, io sarò il primo a lottare con voi, a firmare petizioni, anche a scendere in piazza: ma al momento non può avvenire.

Per favore smettete questa lotta senza senso, smettete di dividervi tra di voi su un argomento che non esiste: se non vi va bene rimandate la laurea ma i capricci no, quelli non li accetto e non li accetterò mai.

Magnifico, non ceda, la prego: l’Università non può anteporre gli interessi dei più forti a quelli dei più deboli. Non mi importa se con quello che affermo non sarò popolare: la popolarità la lascio a chi la ritiene indispensabile: non soltanto io non aderisco a questa petizione ma mi batterò affinchè non venga accolta.

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