Numerose aziende, dopo la pandemia, hanno iniziato a offrire incentivi ai propri dipendenti per andare in vacanza, ecco quali sono.
Dopo l’avvento della pandemia, l’esperienza del viaggio ha subito significative trasformazioni. Questo cambiamento è stato riconosciuto anche da numerose aziende che, al fine di consentire ai propri dipendenti di godere appieno delle opportunità di esplorare il mondo e prendersi una meritata pausa dal lavoro, stanno implementando politiche di distribuzione di fondi dedicati a questo scopo. Questa iniziativa è stata inizialmente promossa principalmente da società operanti nel settore turistico. A titolo di esempio, Airbnb assegna ai suoi dipendenti un budget annuale di 2.000 dollari per tale finalità.
Aziende che offrono incentivi per la vacanza ai dipendenti
Non sono le uniche aziende a adottare tali politiche: anche i dipendenti di Expedia beneficiano di sconti su pacchetti vacanza e di un rimborso annuale che varia da 1.250 a 1.750 dollari, a seconda della loro anzianità in azienda. TripAdvisor segue una strategia simile, offrendo ai propri dipendenti un rimborso iniziale di 250 dollari, oltre a sconti e offerte speciali. Nel caso della compagnia aerea United Airlines, i suoi lavoratori possono approfittare di tariffe aeree scontate e di viaggi in standby illimitati su tutti i voli. Numerose altre aziende, anche al di fuori del settore turistico, stanno seguendo questa tendenza.
Bonus delle aziende fino a 7.500 euro per i dipendenti
Evernote, la società responsabile dell’app che consente agli utenti di creare note, disegni, fotografie e contenuti web, va oltre l’offerta di ferie illimitate ai propri dipendenti, riservando loro un salario annuale dedicato alle vacanze di mille dollari. BambooHR, un’azienda statunitense specializzata nello sviluppo di software per la gestione delle risorse umane, assegna invece un importo di 2.000 dollari a ciascun dipendente per sostenere i loro viaggi. Tra le aziende che offrono le somme più generose c’è FullContact, una piattaforma che fornisce soluzioni software basate su cloud, la quale mette a disposizione dei suoi dipendenti ben 7.500 dollari all’anno per le spese di viaggio e adotta una politica che vieta al personale di lavorare durante le vacanze.
Le motivazioni delle aziende
Questa strategia è presumibilmente motivata dalla necessità delle aziende di trattenere i talenti all’interno del proprio organico, soprattutto in un periodo in cui, nonostante il rallentamento graduale dell’economia globale, il fenomeno delle grandi dimissioni persiste. Secondo una recente indagine condotta da PwC intitolata “Hopes and Fears Global Workforce Survey,” in Italia, circa il 25% dei lavoratori è propenso a cambiare lavoro entro un anno, una percentuale che si allinea con la media mondiale (26%, rispetto al 19% del 2022). Tra le principali ragioni che spingono i dipendenti a lasciare il proprio posto di lavoro, figurano la ricerca di un aumento salariale, l’importanza delle relazioni interne, e il desiderio di cambiare posizione o intraprendere percorsi di formazione e sviluppo delle competenze.