Nel mese di ottobre 2014 la città di Palermo torna a essere protagonista del festival Le vie dei tesori, la manifestazione nata otto anni fa per celebrare il Bicentenario dell’Ateneo di Palermo e diventata un Festival che mette a rete 60 istituzioni con l’obiettivo di valorizzare i loro beni materiali e immateriali. Quest’anno aprono al pubblico 62 luoghi, mentre la città sarà percorsa da 80 passeggiate d’autore condotte da esperti, giornalisti, professori e sarà animata da un cartellone di oltre 100 eventi tra talk, mostre, incontri, presentazioni di libri, spettacoli e reading.
Palermo si aprirà interamente, dalle dimore nobiliari ai vicoli della città multietnica, grazie alla rete di istituzioni coinvolte, tra cui l’Università con il suo Simua (il Sistema museale d’Ateneo), con il suo Ufficio tecnico, con la sua Scuola di italiano per stranieri Itastra, con il suo Cerimoniale, con il suo Ufficio di Comunicazione istituzionale, con il suo Centro stampa; il Comune di Palermo con suoi quattro assessorati (Cultura, Lavori pubblici, Attività produttive, Partecipazione); la Soprintendenza ai Beni culturali; la Diocesi; la Fondazione Federico II; la Soprintendenza del Mare; l’Autorità portuale; l’Arma dei Carabinieri; l’Esercito; il Teatro Massimo; il Teatro Biondo; il Conservatorio Bellini; l’Accademia di Belle Arti. E poi ancora una fitta rete di realtà e associazioni, tra cui il Salvare Palermo, Italia Nostra, l’Osservatorio astronomico, il Clac, l’associazione “Insieme per Danisinni”.
La manifestazione parte il 3 ottobre e va avanti per i quattro weekend del mese (venerdì 3, sabato 4, venerdì 5; venerdì 10, sabato 11, domenica 12; venerdì 17, sabato 18, domenica 19; venerdì 24, sabato 25, domenica 26). Le prenotazioni al call center cominceranno il 26 settembre (091. 23893000, ogni giorno dalle 10 alle 18).
Quest’anno la sfida è di trasformare sempre di più una manifestazione culturale in un’occasione di autentico sviluppo del territorio, con accordi con gli operatori del turismo (Federalberghi, Consorzio Palermhotels, autolinee Labisi, Travelnostop, Palermo City Sightseeing), con l’organizzazione di itinerari fuori porta in paesi della Sicilia che custodiscono tesori nascosti, con l’adesione di una serie di ristoranti di qualità nel circuito de “Le Vie dei Sapori”, con il coinvolgimento di numerose associazioni che propongono nei luoghi d’arte un ricco calendario di attività per bambini e ragazzi dai 2 ai 12 anni all’insegna del divertimento intelligente e creativo.
Ma la manifestazione diventa anche un’occasione di formazione sul campo, con oltre 170 tra volontari e studenti universitari che, in cambio di crediti formativi, presteranno la loro opera al call center, faranno social media marketing, affiancheranno le guide sui luoghi, faranno assistenza agli eventi. Tra loro, venti ragazzi cinesi, egiziani e tedeschi della Scuola di italiano per stranieri Itastra.
«Consideriamo questa manifestazione – dice il rettore Roberto Lagalla – una sorta di start up universitaria. È nata nel nostro seno, l’abbiamo vista crescere e allargarsi fino a diventare un Festival che coinvolge tutta la città e si avventura anche fuori provincia. Sono grato alle istituzioni che hanno aderito al mio appello di fare rete, perché si vince soltanto abbattendo i propri paletti, superando i propri particolarismi, mettendo a sistema le proprie eccellenze. Le Vie dei Tesori è una doppia occasione, quella di rinsaldare il rapporto dei palermitani con la propria città, quella di proporre un’offerta culturale e turistica ai visitatori in modo coerente e organizzato. Mi piace pensare che l’Università sia stato lievito del Festival e mi conforta sapere che un gruppo di giovani professionisti cresciuti nell’orbita dell’Ateneo abbia voluto scommettere, in modo volontario, sulla crescita della propria città mettendo a disposizione idee, relazioni, impegno».
«Avvicinarsi ai beni comuni di Palermo è una forma civica di costruzione della cittadinanza – commenta il neoassessore alla Cultura del Comune di Palermo, Andrea Cusumano –. Non solo conosco ciò che c’è nella mia città, ma ne divento direttamente proprietario: sono io che mi impossesso del suo patrimonio storico, culturale e civile. La cultura è il piatto su cui si poggia la struttura del vivere e convivere sociale».