Alla maggior parte degli studenti sarà già capitato di ritrovarsi, per via degli esami imminenti, con l’acqua alla gola e troppo poco tempo per preparare un esame, giurando, come sempre, a se stessi che la prossima volta avrebbero studiato per tempo.
In molti, sicuramente, si saranno chiesti come preparare un esame universitario in una settimana. C’è chi si chiude in casa, chi si mette a studiare disperatamente, c’è invece chi fa mappe concettuali e ripete il più possibile.
Andrea Acconcia e Giuseppe Moriello sono i due mental coach e memory coach che hanno brevettato il metodo OCME, metodo per preparare gli esami in soli 7 giorni.
Secondo Acconcia e Moriello per studiare meglio (e meno) è opportuno dimenticare tutto quello che si è imparato alle scuole superiori. Leggere e ripetere non serve a nulla. Così come è inutile sottolineare tutto il libro con l’evidenziatore o fare le famose mappe concettuali.
Gli schemi classici sono superati e soprattutto non adatti a libri lunghi e complessi da memorizzare per un esame.
I due mental e memory coach affermano che se si ha tanto tempo destinato a un solo esame, si finisce per perdere moltissimo tempo in quanto ci si può concedere tante libertà del caso. Invece se si ha soltanto una settimana, si tende a ottimizzare i tempi e a raccogliere più frutti
Ne sono convinti, i due casertani, che hanno brevettato il loro metodo di studio dopo averlo testato in prima persona e dopo essersi laureati in tempi record (con una media di 14 esami all’anno).
Cosa prevede il metodo OCME?
Il metodo OCME si basa, come dice l’acronimo, su Organizzazione, Comprensione, Memorizzazione ed Esposizione e divide la preparazione dell’esame in quattro fasi principali.
Secondo i due mental e memory coach sono necessari 4 giorni per organizzare il materiale, 2 giorni per memorizzare il tutto e l’ultimo giorno per la prova generale.
Selezionare
Bisogna ragionare per priorità. Chiudersi in casa, studiare venti ore al giorno, non vuol dire necessariamente prendere per forza un voto più alto Se l’intenzione è quella di preparare l’esame in 7 giorni, bisogna abbandonare subito l’abitudine di studiare tutte le virgole.
Quindi, Stop a studiare tutto parola per parola, ma iniziare a ragionare per priorità. Bisogna aprire il libro solo dopo aver indagato a fondo su cosa sta veramente a cuore alla commissione di esami.
Se il Professore la maggior parte delle volte chiede lo stesso argomento, se all’esame qual capitolo viene chiesto 40 volte su 100 allora bisognerà studiare alla perfezione quello e dedicargli la maggior parte del tempo. Quelle determineranno non solo il superamento dell’esame ma anche l’80 per cento del voto finale.
Se invece un altro argomento viene chiesto 1 volta su 100 meglio allora preparare uno schema d’emergenza e, magari, studiarlo in maniera molto approssimativa.
Informarsi: La tecnica dell’appostamento
L’importanza di seguire un appello precedente, e poi fare una raccolta delle domande poste all’esame e avere già un’idea di quelle che sono molto, poco o raramente chieste. Le priorità ovviamente sono gli argomenti più cari al professore, quelli su cui il docente ha calcato più la mano nel corso delle spiegazioni
Molto importante chiedere di persona le risposte agli studenti che hanno preso il massimo dei voti. E’ particolarmente ultile fermare i colleghi che hanno svolto l’esame, ma in particolar modo bisogna concentrarsi su quelli che sorridono, perché significa che hanno preso un voto alto e di conseguenza avranno più voglia di condividere il loro esame.
Inoltre, è molto importante chiedere le risposte agli studenti che hanno preso 30. Chiedergli proprio come hanno risposto per prendere 30 e prendere appunti.
No Mappe concettuali. Meglio gli schemi a cascata.
Bisogna costruire degli schemi a cascata, ossia degli elenchi, e non mappe concettuali.
Quindi, una volta individuate le domande della commissione di esami, in fase di organizzazione con lo schema è necessario costruire risposte abbastanza esaustive a quelle domande. Senza perdersi a schematizzare tutto il libro, ma solo a rispondere alle domande. Lo schema risponde sempre a una domanda specifica, che il prof potrebbe chiedere all’esame.
Quindi, la cosa più importante, quando si elabora lo schema, è strutturare la risposta in modo che sia chiara la gerarchia tra i concetti principali e i concetti secondari. I “concetti principali” sono quelli che entusiasmano il professore. Dividere tutto in elenchi permette allo studente di sentirsi più sicuro, perché sa esattamente cosa rispondere al professore e in che ordine esporre le informazioni.
Basta con il leggi e ripeti. Costruire il “palazzo” della memoria
Per memorizzare i tuoi esami con il Palazzo della memoria, bisogna utilizzare la tecnica del gancio
Per ricordare lo schema a cascata all’esame non sarà necessario memorizzare parola per parola, ma basteranno solo poche parole che ti diano un impulso (cioè la tecnica del gancio). E’ questo il momento di costruire le mappe mnemoniche: passaggio intermedio tra lo schema a cascata e il Palazzo. Una volta disegnata la mappa, è necessario metterla nel Palazzo. Ogni argomento va sistemato e visualizzato in una stanza del proprio palazzo della memoria.
Simulazione dell’esame
Il giorno prima dell’esame fatevi interrogare da qualcuno che ha la capacità di mettervi in difficoltà. Devono essere spietati e mettervi fretta mentre state cercando la risposta giusta nel vostro palazzo.
Altra cosa utile può essere registrarsi, con video e/o audio, immaginando di dover far ascoltare il tutto ad una persona di cui si teme il giudizio. Potrebbe essere il vostro professore, i vostri amici o addirittura una persona che vi piace. O ancora provate a mettervi davanti allo specchio, fissarsi negli occhi e iniziare ad esporre gli argomenti dell’esame. Tenere lo sguardo fisso, e iniziare a parlare esattamente come se vi trovaste davanti la commissione di esame. Simulare l’esame serve soprattutto a testare il proprio grado di convincimento e di sicurezza.
E voi cosa ne pensate? Lasciate un commento