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Letta, Erasmus obbligatorio per tutti gli universitari: “Solo così nascerà davvero l’Europa”


Il segretario del Pd Enrico Letta avanza anche un’altra proposta: l’Erasmus obbligatorio per tutti gli studenti universitari italiani. “Sono sempre stato dell’idea che l’Europa non nascerà veramente se non faremo l’Erasmus obbligatorio per gli studenti”, afferma il segretario dem.

Primo problema:  «I programmi di studi non sono allineati in Ue. Si rischia di non avere riconosciuti gli esami fatti»

Rebecca mette alla luce una questione sull’internazionalizzazione delle università. «Prima di tutto molti studenti preferiscono non partire perché i programmi di studi spesso non sono allineati a livello europeo.

Noi studenti rischiamo, quindi, di avere il riconoscimento solo di pochi esami». Sicuramente la questione riguarda anche i tipi di facoltà. Per esempio, chi studia Medicina, facoltà che richiede il tirocinio obbligatorio nelle strutture ospedaliere per arrivare alla laurea, non ritiene fondamentale fare un percorso universitario all’estero che rischia, anche, di bloccare la carriera in Italia.

Proprio per questo la presidente di Asp, che ha sempre avuto un giudizio positivo sugli interscambi, dice di andarci con “i piedi di piombo” per quel che riguarda l’obbligatorietà del progetto Erasmus.

Letta: «Il tema è la fuga dei cervelli. Erasmus sì, ma mettiamo in condizione gli studenti di tornare in Italia»

Anche Gabriele Ferrieri, 28 anni, economista, giovane imprenditore e presidente di ANGI 

– Associazione Nazionale Giovani Innovatori –  recentemente inserito nella classifica Forbes 100 under 30 come uno dei giovani più influenti d’Italia, ci racconta la sua visione in merito alla proposta di Enrico Letta: 

«Proprio perché ho avuto modo di fare l’Erasmus, posso dire che l’esperienza è stata molto positiva ma credo che, prima di tutto, vada inserita in un contesto didattico innovativo, aprendo la possibilità di accesso all’auto-imprenditorialità». Per Ferrieri, questo, è l’unico modo per rendere «l’esperienza fatta con l’Erasmus un percorso vero per l’accesso al lavoro». Il presidente di Angi dice quindi sì all’esperienza di studi all’estero ma sottolinea: «Non è prioritaria l’obbligatorietà». 

Gabriele denuncia altri aspetti da migliorare come «l’armonizzazione dei programmi nei diversi Paesi» e crede sia fondamentale rivedere il sistema universitario italiano:

«Serve una riforma dell’università pensando a percorsi per i giovani che, dopo l’esperienza all’estero, siano invogliati a tornare in Italia».

Insomma, quel che dice il presidente di Angi è fare attenzione alla cosiddetta “fuga dei cervelli”:

«Credo che sia importante, oggi, mettere in condizione gli studenti di esprimere il loro talento anche qui in Italia, altrimenti dall’estero si rischia di non tornare più». 

Letta rilancia voto ai 16enni alle amministrative

Letta torna poi su un altro tema, di cui ha già parlato durante l’assemblea del Pd: il voto ai sedicenni. Il segretario dem ribadisce la sua proposta spiegando che si potrebbe cominciare “dalle amministrative, per esempio le comunali. La possibilità di fare questo, secondo me, sarebbe straordinaria: quanto sarebbe bello in classe anche aprire discussioni su questo tema, secondo me sarebbe solamente una cosa positiva”.

Per Letta “la questione giovanile è la questione centrale del nostro Paese:

ho provato a lanciare l’altro giorno una proposta che so essere divisiva, cioè quella del voto ai sedicenni, ai diciassettenni, in un Paese, il nostro, che non dà nemmeno il voto al Senato ai 24enni.

Dare peso alla questione giovanile e alla voce dei giovani è anche obbligare i ragazzi di 16 anni a farsi un’idea, perché alla fine se li obblighiamo a farsi un’idea se la fanno. Non credo che le sorti del Paese andranno a ramengo se ci saranno due coorti di un milione di studenti in tutto che faranno questa esperienza”.

La questione giovanile è sicuramente centrale nel nostro paese, è vero. Ma bisogna portarla avanti con raziocinio e con iniziative sostenibili dal punto di vista delle risorse e delle possibilità. Noi giovani siamo sempre nei programmi elettorali e enelle bocche di tutti ma, nei bilanci consuntivi, chissà come, siamo sempre la categoria più penalizzata. Quindi ben vengano le iniziative volte alla salvaguardia della classe giovanile, ma che siano reali e aderenti alla realtà in cui viviamo.


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