“Ho dato al partito la mia disponibilità a servizio della città: e perché no, se serve che io faccia il candidato, ci sono”. L’ex rettore di Unipa Fabrizio Micari esce nuovamente allo scoperto, si candida a sindaco di Palermo e torna a sognare un futuro di successi in politica dopo la disastrosa partecipazione alle regionali del 2017.
“Non c’è più tempo da perdere: bisogna scegliere un nome e costruire attorno alla candidatura a sindaco di Palermo un percorso inclusivo: se andiamo avanti così rischiamo di bruciare ogni possibilità di vittoria“, afferma Micari nel corso di un’intervista concessa a Repubblica Palermo.
Un semplice richiamo ai partiti? No, c’è di più: “Capolista al Consiglio comunale? Se serve sono pronto a correre anche per la poltrona di primo cittadino”. Secondo Micari “mentre si restava in attesa di appuntamenti nazionali come l’elezione del presidente della Repubblica i mesi passavano: adesso ci ritroviamo in alto mare a poche settimane dal voto”.
È stato un errore aspettare l’elezione del Capo dello Stato? “Di certo ha fatto perdere molto tempo prezioso che non tornerà. Credo di aver avuto un ruolo ben riconoscibile in questa città e di aver maturato un’esperienza amministrativa con risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Posso metterla a disposizione”.
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“Sono pronto a mettermi in gioco a patto che si definisca bene la squadra: che ancora non c’è. Credo che a pesare sia anche la gestione non semplice dell’eredità orlandiana: finora è stata un freno“. Come fare: “Da un lato salvando quanto c’è di buono: la città ha un nuovo Dna, un’immagine inclusiva da grande capoluogo dei diritti – dichiara Micari – Superando il gap amministrativo che in questi anni di fatto non ha permesso di governare. Ci vuole un programma, ma anche una squadra. E ci vuole un candidato”.
Micari è scatenato, se la prende col centrosinistra e bacchetta il Pd palermitano: “Non c’è più tempo da perdere e bisogna cominciare delineando la coalizione. Io credo che il problema non sia allargarsi ma farlo mantenendo una propria coerenza”. Il centrosinistra vuole perdere le elezioni? “Sarebbe un suicidio. Mi auguro proprio di no. Questa è un’occasione che non possiamo farci scappare”.
Primarie? No, per l’ex rettore palermitano non c’è tempo e deve essere il partito a decidere alla faccia della politica dal basso e partecipata: “Credo che adesso tocchi ai partiti che devono lavorare sulla squadra e sul programma. E soprattutto devono scegliere il candidato. I gazebo sono divisivi per natura e hanno un senso se dietro c’è una strategia. Rischiamo di perdere un’opportunità organizzandole in maniera frettolosa e controproducente”. Micari infine insiste e si candida nuovamente: “Se serve ci sono. Ma niente autocandidature o fughe in avanti. Solo la mia piena disponibilità per Palermo in un ruolo da definire insieme”.