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“Lezioni registrate per sempre”, la richiesta degli studenti Unipa: la risposta di Midiri


Lezioni registrate per sempre, anche dopo la fine dell’era Covid. Con forza e uniti i rappresentanti degli studenti, Unione degli studenti ( Udu), Uniattiva, Vivere ateneo, Intesa universitaria, Segretariato italiano studenti Medicina e Avanti Giurisprudenza, stanno portando avanti la richiesta.

All’indomani di un’assemblea la proposta è arrivata sul tavolo del rettore dell’Università di Palermo, Massimo Midiri. Che ha aperto uno spiraglio: “Sono pronto ad ascoltare le loro istanze”, ha detto. Tale incontro avverrà a inizio 2022.

Per Irene Ferrara, senatrice accademica dell’Udu, l’aumento notevole di iscritti a Unipa è legato alla fruizione a distanza dei vari insegnamenti. “A dimostrarlo sono i numeri. Le iscrizioni all’Ateneo di Palermo per l’anno accademico 2020-21 sono state il 14% in più rispetto a quelle dell’anno precedente, il 46% in più rispetto a cinque anni fa”, ha dichiarato la studentessa.


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“Lezioni registrate per sempre”, la richiesta degli studenti Unipa

I dati diffusi dall’Anagrafe nazionale degli studenti raccontano che “in tanti hanno approfittato del sistema a distanza per concretizzare quello che fino a prima della pandemia vedevano come un sogno: andare all’università e laurearsi”. I rappresentanti dichiarano che il regolamento metterà questa possibilità nero su bianco.

Ha dimostrato apertura il rettore Midiri che, tuttavia, non fa marcia indietro rispetto al ritorno in presenza a gennaio: “Ci aiuterà la campagna vaccinale per il personale universitario. Permetteremo di seguire le lezioni in remoto solo a chi presenta specifiche condizioni di fragilità e a chi ha difficoltà a causa di impegni di lavoro o familiari “. Queste sono le sue parole trapelate attraverso un articolo pubblicato da Repubblica. Sarà necessario però provarlo con certificazioni che attestino fragilità e impegni. Ancora le carte sono tutte in tavole.


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A proposito dell'autore

Mi chiamo Morana Alessandro, classe 2000, palermitano. “non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”