Da quasi un anno gli adolescenti hanno dovuto scontrarsi con una nuova realtà. La vita si è spostata quasi completamente sul digitale: la lezione online invece che in aula, la videochiamata con gli amici al posto dell’uscita, la diretta su Twitch invece che la passeggiata in centro. A lungo termine, secondo molti esperti nel settore pedagogico, ci sarà un rischio di causare problemi psicologici molto gravi nei ragazzi. Saranno molto probabilmente loro a portarsi per sempre il fardello di tutto ciò che sta accadendo in questi assurdi mesi, normalizzati dal tempo.
A lanciare l’allarme è Raffaele Mantegazza, docente di Scienze umane e pedagogiche all’università Milano-Bicocca attraverso un’intervista rilasciata al Giornale qualche giorno fa.
“I ragazzi stanno perdendo la dimensione della socializzazione che è fondamentale in qualsiasi ordine scolastico. Studiare insieme, crescere con i coetanei e confrontarsi sono aspetti essenziali che rischiano di essere perduti con la didattica a distanza. Il pericolo è però anche quello di ridurre l’ apprendimento soltanto a qualcosa di cognitivo”. Queste sono le prime parole di Mantegazza sulle modalità di apprendimento in digitale.
I casi di hikikomori nei ragazzi
Tra l’altro un’altra terribile conseguenza sarebbe quella dell’aumento spavantoso degli hikikomori, secondo l’esperto. Con questo termine, di origine giapponese, si definiscono coloro che si isolano dal resto mondo, avendo come unico habitat le quattro mura della camera. “Da anni si sta studiando il fenomeno degli hikikomori, i giovani che si chiudono nelle loro camere e non escono per mesi. I ricercatori hanno dimostrato che questi ragazzi non solo hanno un calo di autostima, ma hanno anche un calo dell’apprendimento. Il lockdown moltiplica questa situazione”.
Alla fine dell’intervista l‘esperto cerca di immaginare come potrà essere il futuro per i giovani quando la pandemia sarà finita: “Sarà importante studiare insieme a questi ragazzi quale potrà essere l’esito di questa emergenza sulla loro crescita. La depressione, l’aumento di condotte aggressive e l’isolamento non sono un destino. Tutto dipende da come gli adulti sapranno ascoltare questi giovani e sapranno aiutarli a far sì che le risorse che hanno trovato e messo in campo in questi periodi difficili possano diventare un elemento”.