L’Italia metterà al bando l’allevamento e l’uccisione degli animali per ricavarne pellicce, come visoni e volpi. Il divieto entrerà in vigore a partire dal primo gennaio 2022.
L’Italia vieta gli allevamenti di animali per pellicce
Un’importante e attesa vittoria, frutto dell’impegno decennale di tutte le diverse associazioni per la tutela degli animali. Ma l’accelerazione è arrivata nell’ultimo anno, a seguito della diffusione della pandemia da coronavirus anche all’interno degli allevamenti di visoni destinati alla produzione di pellicce. Dopo l’abbattimento di circa 30mila capi a causa del virus, una prima ordinanza ministeriale aveva imposto la sospensione degli allevamenti fino al 31 dicembre 2021.
Ora, invece, la svolta finale che in tanti attendevano: il divieto totale alla riduzione in cattività e all’uccisione di animali per produrre pellicce. Una decisione già presa da una lunga lista di paesi europei.
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Le conseguenze sugli animali
Il divieto permetterà di salvare anche agli oltre settemila visoni presenti oggi negli ultimi 5 allevamenti attivi in tutta Italia, situati tra Lombardia, Emilia Romagna e Abruzzo, trattenuti per scopi di riproduzione. Mentre concederà la possibilità di mantenere gli animali già presenti nelle strutture fino e non oltre il 30 giugno 2022.
La situazione degli allevatori
Agli allevatori invece saranno concessi indennizzi economici in base al numero di animali allevati con un contributo del 30% del fatturato ottenuto durante l’ultimo ciclo produttivo. Inoltre è stato stanziato un contributo a fondo perduto, di massimo 10 mila euro, per le spese di demolizione dei fabbricati per l’allevamento e la produzione di pellicce o per la loro riconversione in attività agricole diverse dall’allevamento.