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L’Unipa non è solo file e disservizi, liberiamoci dai pregiudizi


Questo post potrebbe quasi sembrare uno spot (a voler giocare con la parola) o meglio, uno di quei messaggi promozionali, di autocompiacimento ecc, ecc…

Unipa

Unipa – Fonte:web

Invece, dichiaro ufficialmente che non lo è.

Intanto mi presento: sono una studentessa laureanda in comunicazione pubblica, d’impresa e pubblicità e, per caso, ho partecipato alla selezione, indetta dalla nostra università, per addetti alle attività di incoming alle matricole.

Ho superato la selezione e ho effettuato le 150 ore. Ho sudato tanto (letteralmente!) durante le settimane di luglio e di agosto per effettuare le pratiche d’iscrizione ai test d’ingresso e ho terminato il lavoro presso lo sportello soft di Scienze della Formazione. Questa esperienza non mi è servita soltanto per guadagnare qualcosa ma mi ha permesso di fare un salto a sei anni fa, a quando ero io ad imbattermi nel misterioso mondo Unipa. È questo che voglio dirvi? No, voglio raccontarvi com’è cambiata l’università e quanto sia bello poter guardare le cose da un’altra prospettiva… e magari cambiare idea.

L’incoming center può sembrare, visto dall’esterno, soltanto un capannone in cui poter chiedere informazioni sull’università e magari alleggerirsi dall’antipatico compito di compilare le lunghe pratiche per i diversi test. In realtà, è un luogo in cui si riversano le ansie, le paure dei genitori, l’angoscia dei figli di dover accontentare questi genitori e il terrore nel dover affrontare un futuro nero (che più nero non si più).

È anche, però, un posto in cui si raccolgono sorrisi, storie divertenti o malinconiche. L’Università di Palermo ha saputo mettere assieme tutto questo e ha offerto ai futuri studenti (ma anche a quelli che in fin dei conti non lo saranno mai) un servizio non soltanto utile, ma forse necessario. Perché è necessario parlare con qualcuno che dentro l’università c’è già (e non ci lavora), con chi come te ha pianto ma magari ce l’ha fatta, con chi può riuscire a spiegare ai tuoi genitori che bisogna prima di tutto provare a studiare nella facoltà che piace e poi quella con cui, forse, troverai un lavoro sicuro (!?).

Io e i miei colleghi abbiamo provato a fare tutto ciò, a volte ci siamo riusciti, altre volte ci siamo arrabbiati ma di sicuro ci siamo arricchiti, abbiamo ricevuto centinaia di ringraziamenti, tantissimi inviti a pranzo da mamme “sollevate” e perfino qualcuno è ritornato a salutarci.

C’è poi l’altra faccia di questo lavoro, quella un po’ meno divertente forse, quella in cui ci siamo dovuti sbracciare per risolvere qualche problema burocratico, magari indirizzando gli studenti alle persone giuste, abbiamo dovuto giostrarci nell’infinito sito dell’università (qui ci vorrebbe un netto snellimento!) e tra le innumerevoli scadenze e delibere.

Però abbiamo scoperto che c’è un ambulatorio medico universitario (AMU), completamente gratuito e riservato a tutti gli studenti (insomma, come un consultorio, senza però aspettare mesi e mesi) e in cui trovare medici e personale paziente e competente!

Ci sono gli uffici del COT in cui poter parlare con degli psicologi per orientarci nell’infinito mondo accademico, compilare il proprio curriculum e magari “metterlo in vetrina”; ci sono gli sportelli soft, uno per ogni facoltà, in cui trovare dei colleghi, forse poco più informati, ma che di sicuro hanno sempre a disposizione un computer e un telefono.

L’Università di Palermo non è soltanto file in segreteria e qualche disservizio. Proviamo ad aprire gli occhi, a liberarci dai pregiudizi e dalle voci di corridoio, proviamo a costruire un vero e proprio legame con il nostro Ateneo, non limitandoci a criticare e basta, ma cercando di conoscerlo un po’, fare delle critiche costruttive magari anche attraverso questo blog!

In bocca al lupo a tutti!

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A proposito dell'autore

Studentessa laureanda in comunicazione pubblica, d'impresa e pubblicità.

3 Risposte

  1. giuseppe

    qualche disservizio???
    cani nelle aule, aule fatiscenti, professori che si scordano di verbalizzare le materie(vedi architettura),aumento delle tasse senza un corrispettivo aumento dei servizi, tecniche d’insegnamento arcaiche e professori che fanno il bello e il cattivo tempo. Questi li chiami pregiudizi?

  2. Naso critico

    ahuahuah … beh a ognuno i suoi punti di vista. Se per te è stata una bella esperienza… Però anche Giuseppe quassù ha ragione. p.s. ma la foto?! 😀

  3. Naso critico

    p.s. ho visto solo adesso il nome della foto: “studenticontenti” loooool